1. Detestabile viltà


    Data: 24/09/2017, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Oggigiorno, ripensandoci attentamente, memorizzo che in quella lontana mattinata diluviava abbastanza, dal cielo cascava infatti un fitto acquazzone mescolato a dell’abbondante nevischio che tentava di ricoprire il manto della campagna tutt’intorno, foderando con il suo bianco e silenzioso candore i tratti di quel territorio abulico, svigorito e piatto. In quell’occasione, invero, l’inespressiva e slavata luminosità gelida faceva d’adeguata scenografia alla giornaliera raffigurazione di figuranti senza volto, che s’alternavano con una marcia sbrigativa trascurandomi come se fossi poco intuibile e definito. Cercavo altresì di non pensare al freddo che pativo, mentre chinato sotto quella corrente gelida mi dirigevo verso la cassetta postale più vicina.
    
    Nel periodo di Natale, ma non soltanto in quella contingenza, la gente dovrebbe essere più amorevole, benevola e prima di tutto tollerante, ognuno di noi dovrebbe essere armonizzante, conciliante e magnanimo, sentirsi in sintonia con il mondo intero, malleabile, pronto ad aprire il proprio cuore alla magia, ai miracoli e ai risultati insperati. Neppure una, infatti, di quelle natività di Cristo che avevo trascorso in vita mia, era stata così ragguardevole da essere citata, ad esclusione per il totale senso d’abbattimento e di sconforto assieme alla radicale inquietudine e all’immensa uggia che veniva puntualmente a infiltrarsi, nel momento in cui da solo davanti al piatto fumante m’accingevo a consumare quello che sarebbe ...
    ... dovuto essere il mio pranzo di festa.
    
    Là, invero, non c’era nessuno assieme a me nello spartirlo, neppure uno con cui scambiare auguri, desideri, pronostici e speranze, nemmeno un albero argentato per decorare il mio monolocale in costante disordine, in una duratura disorganizzazione, bensì soltanto parvenze e zone buie di ricordi cupi, tetri e spenti, che annebbiavano la mente con l’affanno, il cruccio e il tormento di dispiaceri e di sofferenze vissute, che contraevano irrimediabilmente lo stomaco fino a far passare persino l’appetito, mentre rigettando convulsamente nel lavandino m’ostinavo a fissare il riflesso di ciò che era rimasto della mia faccia, tra quelle pieghe rossastre di carne bruciata. Nessuna donna al mio fianco né allora né mai credevo, pensavo e ribadivo con costanza. Ero convinto, ma qualcuno quel giorno bruscamente m’urtò e tutte le cartoline che tenevo in mano mi caddero per terra, tenuto conto che mentre cercavo di raccoglierle lì m’accorsi distintamente della sua presenza. A volte, inspiegabilmente, le cose accadono in modo veramente bizzarro e sorprendente, perché si può passare la vita a desiderare un evento e questo non si verificherà mai, poi quando hai perso tutte le speranze, quando lacrime e sangue hanno intaccato solchi d’amarezza scavandoti il cuore riducendotelo a brandelli, in quell’istante può esaudirsi qualsiasi cosa, come una stella di Natale entusiasta, frenetica e illogica, che per autocombustione s’accende in modo fulmineo allietando e ...
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