1. Alcol e sigarette - 2


    Data: 05/08/2019, Categorie: Etero Autore: Browserfast, Fonte: EroticiRacconti

    ... tavolo libero. La cameriera lesbica arriva e ci dice che quello è prenotato ma che ce ne procura subito un altro. Continua a guardarmi e a sorridermi. Mi sa che ha mangiato la foglia, da come mi osserva. Ma ancora una volta mi chiedo se sia davvero così o, semplicemente, se mi piaccia pensarlo.
    
    Mangiamo, beviamo ancora. Vino, stavolta. Cazzeggiamo. Facciamo battute sempre più spinte. Non particolarmente volgari, ma è ovvio che la protagonista sono io. E in fin dei conti non mi dà nemmeno fastidio. Ci confidiamo a turno, come se chissà perché fosse un obbligo, le nostre iniziazioni sessuali e i due rimangono molto stupiti nell’apprendere che, fino a qualche mese fa, ero vergine. “Un crimine contro l’umanità”, sentenzia Filippo. Mi guardo bene però dal parlare del mio lungo apprendistato orale.
    
    Il fischio finale lo dà Massimo. E lo posso anche capire. Io e il biondino tutto sommato non facciamo un cazzo nella vita, ma lui lavora e la mattina si alza presto. Gli chiedo ridendo se ha bisogno di un passaggio a casa e lui, ridendo a sua volta come uno scemo peggio di me, mi chiede se davvero sia così matta da pensare che accetterebbe un passaggio da una nelle mie condizioni. E comunque ha la macchina e abita a un chilometro da lì.
    
    Paghiamo, usciamo, ci salutiamo con il tatuato. Mi dice senza nessuno scrupolo che gli è piaciuto farsi fare un pompino da me, che non gliene hanno mai fatto uno migliore e se qualche volta si può ripetere. Mi piego sulle gambe e sto al gioco, ...
    ... gli dico “ma come sarebbe a dire ‘qualche volta’? non sono mica una puttana”. Loro fanno un ironico “noooooo” all’unisono e finiamo quasi a ridere abbracciati per terra. Sembriamo tre ubriachi che danno spettacolo su un marciapiede, che è esattamente ciò che siamo. Non ho la minima idea se li rivedrò, ma stasera mi sono proprio divertita.
    
    Filippo insiste per accompagnarmi alla macchina. Anche se è proprio dietro l’angolo e anche se a lui basterebbe attraversare la strada per rientrare a casa. Mi chiedo come farò a guidare in queste condizioni, mi chiedo come farò a mettere la macchina in garage. Mentre camminiamo affiancati mi cinge per la vita. Non lo fa in modo particolarmente violento, ma sembra che mi spezzi, che si voglia impossessare del mio corpo inglobandolo nel suo. Per la seconda volta nella serata, e stavolta in modo molto più diretto, avverto la dura solidità della sua muscolatura. “Cazzo – penso – ecco quello che mi mancava”.
    
    Naturalmente so che la sua è solo una scusa per salire in macchina con me. In effetti non metto nemmeno in moto che lui ricomincia a lamentarsi, per scherzo, che stasera il suo amico ha ricevuto un pompino e lui no, che è tutta colpa mia. E’ esplicito, ma allo stesso tempo autoironico e mi diverte. E poiché sono ubriaca mi diverte anche più del dovuto. Mi dice che non posso lasciarlo così e mentre lo dice si avvicina al mio viso, io rido e lo lascio avvicinare. La conseguenza più logica è che finiamo a limonare come due quindicenni ...
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