1. Amiche troiette punite dal giardiniere


    Data: 03/08/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: pamyzi1, Fonte: Annunci69

    ... da sentimenti ambigui: la paura d'essere scoperte si univa all'attrazione morbosa per quanto stavamo vedendo, rendendo più pruriginosa la voglia di continuare a guardare.
    
    Marika, esasperata dalla tensione e dallo spettacolo di quel membro nodoso che veniva carezzato in quella maniera oscena, non riuscì più a contenersi: prese fiato e senza il minimo fruscio, sollevo la corta gonnellina a disegno scozzese, infilò il pollice nell'elastico degli slippini e li fece scivolare alle ginocchia, poi sbottonò la blusa e fece emergere le tette dal bordo del reggiseno.
    
    Iniziò a stringersi i seni con forza, plasmandoli come pasta frolla: non li aveva voluminosi come i miei, ma possedeva capezzoli grossi e scuri, ben disegnati, turgidi come fragole mature.
    
    Mentre li strizzava tra i polpastrelli, a capo chino, ci passava la lingua insalivandoli, poi iniziò a maneggiarsi la fighetta slabbrandola con con le dita tese.
    
    Si mordeva le labbra la troietta, le aveva vermiglie di saliva, era piena di voglia: completamente partita, le dita torturavano il clitoride ed erano già zuppe di secrezioni dense.
    
    Vederla dilatarsi la fica e guardare il cazzo, duro allo spasimo, di quel maiale che si masturbava mi procurò una vertigine: mi sentì improvvisamente eccitata in maniera vergognosa.
    
    La situazione era incandescente, non ce la facevo più a resistere: desideravo che quel cazzo mi sbattesse la fica fino a farmi male, lo volevo in bocca per succhiarlo e sentirne il sapore animale, ...
    ... desideravo sorbire le goccioline mielate che stillava alla sommità del glande, leccargli lo scroto, infilargli tutta la lingua nel culo, se me lo avesse ordinato.
    
    Volevo che me lo affondasse in gola fino alle palle, dandomi della troia, mentre glielo riempivo di bava calda e filante.
    
    Presa da un raptus scostai le mutandine e affondai le dita nella mia carne già frolla e vischiosa, presi a stringermi la nocciolina del clitoride, volevo farmi male, squirtare nella mano e godere.
    
    Piegai le ginocchia, calai ai piedi le mutandine e con il sedere all'infuori, mi leccai due dita e le affondai lentamente nel buchetto dell'ano, lo sfintere si dilatò morbido a riceverle.
    
    Le ruotai all'interno, procurandomi un lieve struggente spasimo, un labile diaframma al confine col calore del piacere: avrei voluto il cazzo del signor Lorenzo con la sua grossa cappella ad allargarmi il budello in quel momento.
    
    Mi sentivo così lasciva e sudicia, degna di quel depravato maiale e di quel sesso che non riuscivo a smetter di guardare, accrescendo la mia voglia di godere e di dilatarmi la fica con tutta la mano.
    
    Non so dire se il gemito sfuggì dalle mie labbra o da quelle della mia compagna, ma ruppe in maniera nitida quel silenzio umido dei respiri e dei nostri umori.
    
    Lorenzo lo sentì, sollevò il capo, ci vide: gli occhi mandavano bagliori di un fuoco cattivo.
    
    Scattò in piedi cercando di riporre il suo coso duro nella patta dei pantaloni.
    
    Dopo forsennati tentativi privo di successo, ...
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