1. Amiche troiette punite dal giardiniere


    Data: 03/08/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: pamyzi1, Fonte: Annunci69

    ... teneva in una mano Big Tom, il nostro dildo di lattice nero.
    
    Lo annusava intensamente passandoci sopra la lingua, poi se lo cacciava in bocca e iniziava a surgerlo con grande soddisfazione, mentre, dalla patta aperta, si ergeva il sesso eretto che stava lentamente carezzando.
    
    Era piuttosto dotato il nostro giardiniere: non tanto in lunghezza, benché fosse di una misura di tutto rispetto, ma piuttosto nel diametro, considerato che possedeva mani grandi e robuste, quell'arnese, non riusciva racchiuderlo col pugno.
    
    Sconcertate, a bocca aperta. restammo a osservare quel lento lavorio della mano su quel sesso asinino.
    
    Mai avremmo supposto tanta lascivia in quell'uomo dall'aspetto così serio e misurato, deducemmo che avesse frugato tra le nostre cose e negli armadietti del bagno, perché Tom lo tenevamo ben occultato in un sacchetto di velluto rosso, al fondo del cassettino degli assorbenti igienici.
    
    Lo annusava ad occhi chiusi, inalando il profumo residuo lasciato dai liquidi delle nostre fighette, quando ci riempivamo il sesso pompandocelo dentro, poi lo leccava golosamente, per gustarne il sapore stuzzicante.
    
    Che porco! Si segava pensando che quel cazzo di gomma ci aveva slabbrato le fighette ed il buchetto del culo, come certamente avrebbe voluto fare lui potendo averci alla mercé delle sue voglie.
    
    Nell'atto autoerotico faceva scivolare la pelle su e giù lungo il membro, il glande, grosso come il pomo d'ottone di un letto, era paonazzo e traslucido, a ...
    ... tratti faceva colare un filo denso di saliva nel palmo della mano per lubrificare quel suo piacere solitario.
    
    Data la posizione discosta del water, lui non sedeva frontalmente alla porta, pertanto potevamo osservarlo non viste.
    
    Dio quanto era porco, e quanto era maschio!
    
    Purtroppo eravamo molto giovani e con gli ormoni in effervescenza, non capitava sovente di assistere a una masturbazione maschile, né di osservare un sesso di quelle proporzioni teso e turgido un quel modo, nostro malgrado quella visione tanto sconcia iniziò a turbarci.
    
    Marika rossa in viso e accaldata, respirava come dopo una lunga corsa: per quel che la conoscevo, stava già inzuppando le mutandine di succo.
    
    Io non ero da meno, sentivo una vampata di calore all'interno delle cosce e un siero liquido iniziava a rendermi appiccicose le labbra della vagina.
    
    Eravamo in uno stato di trance, allibite e incerte sul che fare: nel restare a guardare c'era il pericolo che volgesse lo sguardo nella nostra direzione e ci scoprisse, per contro, nel tentare di lasciare la camera, c'era comunque il rischio di creare un qualche rumore e rivelare la nostra presenza.
    
    Stavamo in bel guaio, di fatto benché avessimo scoperto quel lato, assai biasimevole, del signor Lorenzo, lui aveva scoperto l'esistenza del nostro dildo Tom, che solo per il fatto di averlo introdotto nel collegio, rappresentava una seria motivazione per generare la nostra cacciata da esso.
    
    Nell'incapacità di muoverci, ci sentivamo combattute ...
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