1. Un filoncino, per piacere


    Data: 02/08/2019, Categorie: Etero Autore: BlackCat, Fonte: RaccontiMilu

    ... con lo sguardo mio più sensuale e vado:
    
    “E com’è che me lo vorresti dare questo filoncino?”
    
    “Oh… in tutti i modi che ti vengono in mente, e in alcuni che non osi nemmeno immaginare…” il suo sguardo è fermo, la voce e l’espressione sono serie, intense. Non sta scherzando. Non sta giocando.
    
    Stiamo lanciando le basi per qualcosa di estremamente stuzzicante, direi.
    
    “Guarda che ho una buona dose di fantasia e di inventiva…” replico.
    
    “Pure io, credimi… e non ho più voglia di usare solo la fantasia… ho voglia di te.”
    
    PURE IO HO VOGLIA DI TE! MI FAREI PRENDERE ANCHE QUI SUL BANCONE!!!! Ho voglia di gridarglielo, ma non mi pare il caso, in fin dei conti siamo in un luogo pubblico.
    
    “Che dici … a cena?” azzardo.
    
    “No, non mi interessa cenare con te… voglio nutrirmi di te. Alle 8, da me. Non serve che ti vesti in modo particolare, tanto i vestiti te li tolgo subito.”
    
    Non ho potuto controbattere perché è entrata una cliente.
    
    Certo una proposta così esplicita non è che mi sia capitata spesso. Anzi.
    
    Esco dal panificio trattenendo a stento l’eccitazione. Giro l’angolo e mi devo fermare un attimo ad ascoltare il mio corpo. Il cuore pulsante del mio corpo in questo momento è tra le gambe. Respira, freme, pulsa e sfrigola. Stringo con forza le gambe e faccio partire così un brivido che scuote il corpo dalla punta dei capelli alle dita dei piedi. Oh, che voglia intensa.
    
    Mi riprendo e vado al lavoro. Ma la giornata è difficile, concentrarmi è difficile. Il ...
    ... pensiero torna a quegli occhi intensi e alle parole che ho sentito:
    
    “Oh… in tutti i modi che ti vengono in mente, e in alcuni che non osi nemmeno immaginare…”
    
    Finalmente è ora di andare a casa. Ho il tempo di farmi una doccia e farmi un te.
    
    Sono le 8. Ho le mani che mi tremano quando premo il pulsante del citofono.
    
    Non chiede chi è.
    
    “Quarto” dice la sua voce dalla macchinetta.
    
    Davanti all’ascensore sento che le gambe non mi tengono. Quelle parole… è tutto il giorno che mi perseguitano. Non so se essere eccitata o avere paura.
    
    Mi aspetta sulla porta. Indossa solo un paio di boxer. Aderenti. Che evidenziano che pure lui è eccitato quanto me.
    
    Non diciamo una parola. Mi tira dentro e chiude la porta appoggiandomici contro premendo il suo corpo sul mio, le sue labbra sulle mie, affondando le dita tra i miei capelli, aggrappandosi a un mio fianco.
    
    Un turbinio di sensazioni invadono il mio corpo. Frenetiche le mani a togliere gli strati per liberare la pelle. I suoi occhi aperti fissi nei miei. Le lingue che guizzano, le mani che esplorano.
    
    Due dita stringono un capezzolo, lo tirano e lo tormentano. Io gemo. Nella sua bocca.
    
    “Mi senti?” dice dentro le mie labbra premendo il bacino contro il mio “Mi senti?” stringendo con forza il capezzolo già sensibile
    
    “Sssssiiii” gemo.
    
    “Ti sto per prendere… ti sto per avere… sei pronta? Mi vuoi? Non sarò dolce, ti avviso…”
    
    “… si, Luca…” non riesco a dire altro.
    
    La sua mano afferra una mia coscia e la tira ...
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