1. Senza parole


    Data: 22/07/2019, Categorie: Etero Autore: Carbolatente, Fonte: EroticiRacconti

    ... suo corpo, e devo dire che le forme piene e il modo in cui i pantaloni la fasciano non mi lasciano indifferente.
    
    Dopo un po’ torna e nel sedersi, e visto che nel frattempo gli altri due posti non sono stati occupati, mi spiazza con un'altra frase: “Vedo che non hai perso tempo e mi hai fatto il check-up completo”. Accompagnato sempre da un mezzo sorriso divertito, stavolta di sfida.
    
    Altri secondi nei quali non so che dire e da parte mia un’altra risata a stento trattenuta, ma non divertita.
    
    “Colpito e affondato, ammetto le mie colpe”. Dico un po’ a disagio.
    
    “Sotto sotto siete tutti uguali”. E su questo clichè non mi trattengo.
    
    “Ehilà da un po’ che non sentivo la classica battuta generalista. La prossima?”.
    
    Stavolta è lei a restare zitta per qualche secondo. “Ok devo chiederti scusa. Non sono stata molto delicata”.
    
    “Ma davvero?” le ribatto. Cazzo sembra che ci conosciamo da un bel po’ non da 2h.
    
    Divertenti questi viaggi in treno che prendono pieghe inaspettate.
    
    “Certo però che non perdete un attimo”.
    
    “E cosa pretendi? Che distolga lo sguardo?” rispondo un po’ stizzito.
    
    “Sarebbe una bella cosa”. Sembra una gara a chi ribatte prima.
    
    “Guarda ho tanti difetti, ma non quello di essere ipocrita. Fidati che se non mi avesse attratto il tuo modo di fare, l’occhio non sarebbe caduto”. E su questo mezzo complimento sembra calmarsi.
    
    Nel frattempo, il treno riparte e per la prima volta da Vicenza non stiamo parlando.
    
    Stavolta prendo le cuffiette ...
    ... e inizio ad ascoltare la musica.
    
    Passano 20 minuti e richiamando la mia attenzione, aspetta che mi tolga le cuffie, e mi chiede. “Ma che telefono è il tuo?”. Le dico il modello e per la prima volta dice una cosa che condivido pure io: “Mi piace è compatto ed è pure bello”.
    
    “Si è vero l’ho preso qualche mese fa appena è uscito. Non sopporto i telefoni grandi”.
    
    E con fare chiaramente allusivo se ne esce con una frase scontata ma che non mi piace:” Nemmeno io, odio quando non riesco a tenere in mano una cosa. Ma non è sempre così…”. Accompagnata da una sguardo in modalità emoticons da 3 di briscola.
    
    La mia parte bambinesca non sa stare zitta e la metto k.o. con un: ”Ma cosa sei? Dr. Jekyl e Mr. Hyde? Milano ti ha fatto uno strano effetto?”. Stavolta è lei quella a disagio.
    
    Sopporto tutto ma non chi vuole provocare forzatamente. Cala di nuovo il silenzio tra noi.
    
    Ormai stiamo arrivando a Torino. La mia fermata e anche la sua è Porta Susa.
    
    Con calma ci alziamo in piedi, recuperiamo il bagaglio e ci dirigiamo alla porta, visto che non è il capolinea e la sosta è sempre breve.
    
    Ed è lì protetti dalle porte a scorrimento che lei tenta la pacificazione.
    
    “Ok scusami ho sbagliato, non volevo essere così sfacciata. Non è mio solito. Ma credevo saresti stato al gioco”.
    
    “E di grazia, se posso saperlo, cosa te lo ha fatto credere?” Chiedo incuriosito e un pelo stizzito. Se è così che intende “pacificarsi” ha sbagliato modo.
    
    “Beh il feeling che si era creato ...