1. Carnevale


    Data: 16/07/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: geniodirazza 0, Fonte: EroticiRacconti

    Io ed Anna eravamo quelli che si possono definire gli sposi non promessi ma predestinati. Nati e cresciuti nella stessa città, a pochi isolati di distanza, avevamo percorso insieme tutte le esperienze dell’infanzia crescendo quasi in simbiosi. Il periodo più bello dell’anno, per noi, era il mese di agosto che da sempre trascorrevamo nella stessa località, nello stesso albergo, nello stesso lido, sotto due ombrelloni vicini frequentando gli stessi amici, gli stessi locali, insomma due corpi e un’anima. Per di più, Anna era una autentica persona buona, pressata da un’educazione severa, quasi rigida, della famiglia e da un condizionamento ambientale che le imponeva di essere sempre la più brava, la più diligente, la più attenta, la più umana … la più tutto; lei si impegnava allo spasimo per essere all’altezza delle attese e, inevitabilmente, finiva per condizionare me che pendevo dalle sue labbra ed accettavo come verità evangelica qualunque cosa dicesse: ero, insomma, il suo tenero servitorello, il suo fido innamorato, il suo più grande amico, insomma ero … tutto. Il suo candore la portava a volte a trovarsi abbastanza a disagio, ma Anna proseguiva per la sua strada, con le sue convinzioni; e, a chi non la condivideva, arrivederci. Io ero sempre pronto a dirle di si, naturalmente.
    
    La distanza che separava lei dalle amiche e coetanee era, all’incirca, quella dal quaternario all’era atomica; ed Anna era sempre orgogliosamente convinta di essere nel giusto, scegliendo la ...
    ... retroguardia. Quando, a quattordici anni (io ne avevo sedici) tutte le sue amiche erano già veterane della masturbazione sia maschile che femminile, Anna non ancora aveva dato un bacio, nemmeno a me; e nemmeno si preoccupava di sapere cosa fosse la fellatio, il coito anale o a che servisse toccare il seno; quando scoprì che quasi tute le amiche a quindici anni non erano più vergini, recitò un’intera novena per espiare. La volta che, finalmente, seduti su un pattino arenato sul lido, ci demmo il primo bacio, poi fuggì vergognandosi come una ladra; addirittura, quando, al buio di una discoteca, ci baciammo con la lingua, in piedi, stringendoci come per dirci addio, con il mio sesso che picchiava duro sul suo ventre e gli ossi pubici si scontravano da fare male, lei d’improvviso scappò in bagno: solo dopo un’infinità di reticenze, rivelò che aveva temuto di essersi fatta la pipì addosso e dovette essere Erika, l’amica più disinvolta, a rivelarle che aveva avuto il suo primo orgasmo. Andò avanti così per venti anni, anche dopo il matrimonio, fino ad oggi.
    
    In tempi recenti, un poco di incertezza me l’ha messa la ripresa di frequentazione con le vecchie amiche, che per anni aveva perso di vista e che, per quel che mi constava, non avevano certo rallentato i loro ritmo di vita: le più “oneste” avevano realizzato matrimoni interessanti e opportuni; le più avventate si esibivano volentieri in città ed erano oggetto di divertenti pettegolezzi; delle “scavezzacollo” si dicevano varie ...
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