1. L'estetista


    Data: 15/07/2019, Categorie: Lesbo Autore: VicentinoGrey, Fonte: EroticiRacconti

    «Michela: tutto bene?»
    
    «Sì, sì, grazie. Stavo riflettendo su quanto stava spiegando l’ingegner Tessari.»
    
    Devo stare più attenta. Persino un idiota come Furegon si è accorto che ero assorta, persa in sogni che, mi vergogno ad ammettere, mi portano fuori da qui, in situazioni molto più coinvolgenti di una riunione di lavoro. Tutta colpa di Tessari e del suo modo di fare. Chi altri riuscirebbe a rendere piacevole la descrizione di un progetto informatico?
    
    Lui, cinquantenne atletico, con la voce baritonale riesce a entrare direttamente nello stomaco del pubblico.
    
    Lui, con il suo savoir faire degno di un imbonitore, ottiene un’attenzione costante a quello che sta presentando.
    
    Lui, con quel sorriso enigmatico, è capace di farmi fare brutti pensieri. E adesso che ha da fissarmi negli occhi? e ora li abbassa sul mio decolleté, li alza, e perché sembra sogghignare? Oddio! Si vedono i capezzoli che premono sotto la camicia. Che figura…sto diventando pure rossa. Ho caldo. Che imbarazzo, che imbarazzo! metto le braccia conserte e copro le tette. Ormai mi ha visto, quel…quel…bellissimo disgraziato! E mi sto pure sciogliendo. Per fortuna ho un salva slip che dovrebbe proteggermi le mutande.
    
    Applauso meritato. Presentazione ben fatta; progetto approvato. Saluto tutti e vado in bagno a cambiarmi. Ecco, al solito. Quando hai assoluto bisogno di un ricambio, capita che in borsa ti manca proprio un maledetto salvaslip. E adesso? Fra venti minuti ho appuntamento ...
    ... dall’estetista. Dai, Michela, non è grave. Pipì, un’accurata asciugatura con una salvietta bagnata e lungo il tragitto devi fare pensieri casti. Solo che nelle soste ai semafori, non riesco a non pensare al lavoro e a cosa è stato detto e fatto nel pomeriggio.
    
    Dovrò lavorare fianco a fianco con l’ingegner Tessari. Non so quanto potrò resistere a sentire la sua voce, a mezzo metro da me, senza guardarlo con lo sguardo perso, a immaginarlo nudo a usare lo stesso tono per dirmi quanto bene sta con me. Ecco, lo sapevo: la lumachina si è risvegliata. Uffa! Se arrivo in anticipo, passo per il bagno e mi asciugo.
    
    «Ciao, Michela, accomodati. Sono già pronta con tutti gli attrezzi e tu sei l’ultima della giornata: se facciamo presto, facciamo a tempo a prenderci uno spritz prima di tornare a casa. Che ne dici?»
    
    «Oh, Debora…io…io…» come faccio a dirle che ho bisogno del bagno per asciugarmi? Lei è sempre così disponibile e adesso si aspetta che lo sia pure io «d’accordo, mi stendo sul lettino.»
    
    «Togliti il vestito altrimenti te lo macchio: ce la fai a stare in slip e reggiseno?»
    
    «Sì, certo. Ho patito caldo oggi e qui la temperatura mi sembra buona.»
    
    Eccomi esposta a Debora. E solo adesso mi sono resa conto che ho indossato il completino rosa antico. Cazzo! Se mi sono bagnata ancora, la chiazza sarà bella evidente.
    
    E siamo a due brutte figure in una sola giornata. Prima di andare a letto, cos’altro succederà? Oddio; ecco che adesso mi guarda in mezzo alle gambe. Ha sollevato gli ...
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