1. Il povero cornuto


    Data: 12/07/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: geniodirazza 55, Fonte: EroticiRacconti

    ... con uno spezzato elegante, salgo in macchina e vado a casa di Rosetta che scende non appena citofono.
    
    Si è vestita con gusto sobrio ed elegante, con una gonna in tartan, ampia fin sotto il ginocchio, ed una blusa vaporosa che si gonfia meravigliosamente sul seno generoso; scarpe a tacco basso (quattro o cinque centimetri) ed aria sbarazzina con trucco leggero e capelli raccolti a coda.
    
    “Sei bellissima!”
    
    La accolgo con amore sincero e profondo: per la prima volta dopo cinque anni trascorsi a lavorare gomito a gomito, mi rendo conto di quanto fossi in realtà preso da lei e dalla sua fresca bellezza; solo la stupida monotonia del lavoro e la seriosità imposta dai ruoli mi hanno impedito di accettare l’amore che tante volte mi aveva offerto e di ammettere che provavo per lei sentimenti non banali, costretti sotto un tappeto solo dalla stupida fede in un matrimonio religioso che alla fine si rivelava ipocrita e pernicioso.
    
    Mentre ci sediamo nella trattoria che ha scelto, in un punto suggestivo e a me sconosciuto della città, un messaggio di Carla mi proclama cornuto e mi annuncia la sua ‘rinascita’.
    
    Poiché conosco Carla e i suoi limiti, chiudo l’apparecchio e lo spengo.
    
    A Rosetta che mi guarda interrogativa, dico che mia moglie ha deciso di darsi alla pazza gioia e che la cosa non mi tocca, visto che con lei mi sembra di potermi definire felice; allunga una mano sul tavolo, sfiora la mia e mi chiede con ansia.
    
    “Ce la fai ad innamorarti, solo per stasera, di ...
    ... una povera sciocca che da cinque anni non vede che te?”
    
    “Se ti dico che, dopo tanti anni, per la prima volta mi accorgo di quanto mi sei cara, di come desidero il tuo bene, di come ti sento vicina e dolcemente mia, mi credi?”
    
    “Ti crederei anche se avessi le prove che stai mentendo; vorrei che me lo ripetessi; ho bisogno di sentirtelo dire per sentirmi finalmente innamorata non di un’astrazione, ma di una persona vera.”
    
    “Ti amo, Rosetta, ti amo davvero e da questo momento voglio stare con te, a qualunque costo.”
    
    Si alza, mi viene vicino, mi abbraccia e appoggia la testa nell’incavo della mia spalla.
    
    “Se anche durasse solo questo istante, mi basta per riempirmi d’amore per te.”
    
    “Vuoi che comunque mangiamo o dobbiamo andarcene?”
    
    “Andarcene?!?! Non sia mai detto. Ordina e godiamoci questi momenti irripetibili.”
    
    Non è una cena, è una carezza continua, eternamente insoddisfatta, che ci fa compiere gesti di cui forse a freddo ci vergogneremmo ma che, in quel momento, nella piazzetta fresca, sulle sedie di paglia, ad un tavolo con una tovaglia di carta, risultano quanto di più dolce e coinvolgente possiamo esprimere.
    
    Le pietanze passano senza che ce ne accorgiamo e abbiamo finito senza avere aperto gli occhi dal sogno.
    
    “Dove vuoi che andiamo?”
    
    Me lo chiede semplicemente, linearmente, dopo che il cameriere ha sparecchiato.
    
    “Non vorrei andare in un albergo. A casa mia, non so cosa può succedere: temo che mia moglie possa andarci col suo nuovo amante; ...
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