Il povero cornuto
Data: 12/07/2019,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: geniodirazza 55, Fonte: EroticiRacconti
... offeso?”
“Perché hai cercato di farti inseminare? No, non sono offeso; sono felice; sono l’uomo più felice della terra perché mi dai un motivo di vita vera. Non so se vivremo insieme o se addirittura ti potrò sposare; ma sono convinto e so con chiarezza che sarai il mio amore e che il figlio che nascerà sarà la mia eternazione, insieme a te se vorrai stare con me.”
“E a Carla non pensi? Cosa ti dirà?”
“Sai l’ultima cosa che mi ha detto Carla uscendo è stata: ‘Non cercare di fermarmi se non vuoi che ti faccia veramente male.’ Io le dirò la stessa cosa e la mia segretaria d’ufficio dovrebbe sapere che quando voglio fare male sono pericoloso.”
“Ma io non voglio che vi scanniate per me!”
“Non per te, povero amore mio; PER ME, SOLO PER ME E PER MIO FIGLIO; per noi due ho il diritto, no ho il DOVERE di uccidere chiunque voglia fare male a me, a lui o a te.”
“OK. Stiamo attaccando il carro davanti ai buoi; neppure sappiamo se mi hai inseminato … “
“Quando lo saprai?”
“Tra un paio di settimane.”
“Vuoi dormire o facciamo ancora l’amore.”
“Guarda che di amore non se ne fa mai troppo; ed io sto aspettandoti da cinque anni …”
Mi sveglia alle sette e mezza, preoccupata di andare in orario al lavoro.
Riaccendo il telefono e chiamo l’ufficio; alla ragazza che rispondo dico di avvisare i soci che io e Rosetta arriveremo forse nel pomeriggio; abbiamo una pratica da seguire fuori sede.
Non serve altro e Rosetta si può rilassare.
Devo lasciarla, però, ...
... almeno per la mattinata.
Vado a casa mia, chiamo un artigiano che conosco da tempo e gli do indicazioni perché isoli la camera degli ospiti e il relativo bagno dal resto dell’appartamento e consegni solo a me le chiavi della porta che li dividerà; cambi la serratura della porta di servizio, che dà per l’appunto sulla camera degli ospiti, e che anche di quella consegni le chiavi solo a me; lo lascio al lavoro, vado a casa di Rosetta e le chiedo di indicarmi la via verso la trattoria di ieri sera.
Nel pomeriggio andiamo all’ufficio e, finalmente, ascolto e guardo tutte le nefandezze che Carla mi ha mandato, con aggressioni verbali, documentazione di amplessi selvaggi anche nel nostro ‘talamo’, insulti, minacce e chi più ne ha …
Trasferisco tutto su un supporto esterno e lo scarico, per sicurezza, in copia anche sul computer personale.
Alla chiusura dello studio, chiedo a Rosetta cosa pensa di fare nella situazione in cui, purtroppo, l’ho messa, se cioè se se la sente di venire a stare in casa mia, nella parte degli ospiti che ho isolato, col rischio di sgradevoli incontri con Carla; se preferisce che ci sistemiamo da lei in qualche modo; o se, invece, è meglio vivere separati e incontrarci quando ne abbiamo voglia o bisogno.
Mi dice che se la sente di affrontare la vita a due in uno spazio risicato: quello di casa mia è stimolante, anche se rischioso; quello di casa sua è meno comodo ma più fascinoso: optiamo per casa mia, organizzandoci i tempi.
Arriviamo, ...