1. Con me.


    Data: 04/07/2019, Categorie: Cuckold Etero Autore: wutternach, Fonte: RaccontiMilu

    ... una sigaretta. Toglie le scarpe. Piega le gambe sulla sedia. Sospira. Parla. “Non so perché mi hai chiesto di farlo. Ma mi piace. Spero davvero che piaccia anche a te.” La guardo. È bellissima, spettinata, stanca. Attraente. Eccitante. “Non lo so nemmeno io. Ma so quanto mi ha eccitato passare questa serata così, in attesa di te, delle tue parole. Immaginandoti. Pensandoti. Pensando che stavi facendo qualcosa che ti piaceva fare, che ti eccitava. Che forse ti faceva godere. Mi piace. Non lo credevo ma è così”. Sorride. Mi tiene stretta la mano, mentre sorride. Poi la lascia, per bere. “Mi ha baciata lì, in quel parcheggio. Mi ha guardata negli occhi e si è avventato su di me. E io l’ho accolto, con tutta la voglia che avevo. E con la voglia che avevo di raccontarti tutto. Lo speravo e ora lo sto facendo. Mi ha messo la mano sotto la gonna, ha toccato la mia gamba. Ha premuto sulle mie mutandine. Bagnate. Eccitate. Ha toccato quello che voleva toccare, quello che io volevo che toccasse. Ero nelle sue mani. E io toccavo la sua gamba, la sua coscia. Sentivo il suo cazzo duro sotto i pantaloni eleganti. Questo mi eccitava ancora di più, vederlo tutto elegante, perfetto, curato. Con così tanta voglia di scoparmi”. Mi fa impazzire vedere i suoi occhi chiusi mentre aspira la sigaretta, i suoi piedi nudi, le sue labbra che si muovono e sorseggiano il vino freddo. Sentire le sue parole.
    
    Le ho detto “Alza la gonna e toccati ...
    ... mentre racconti. Ne hai voglia”
    
    Alza la gonna, senza interrompere il racconto. Mi mostra la fica nuda. Così posso capire che è tornata a casa senza aver rimesso le mutandine. E continua a raccontare. “Mi piaceva sentirlo così. Lo volevo. Mi voleva. Mi toccava e parlava. Mi diceva quanto lo avessi eccitato al ristorante. Quanto i miei sguardi lo avessero fatto pensare solo a toccarmi, a scoparmi”.
    
    Allarga le gambe, con la mano sfiora le labbra, il clitoride, piccoli movimenti circolari. Vederla così, seduta, con la mano sulla fica, che mi racconta la sua serata con un altro, in terrazza, è imparagonabile per quanto è impagabile. Potrebbe vederla anche qualcuno dal palazzo vicino. Non le importa di niente. Le importa solo quello che sta dicendo, quello che sta facendo. Con me.
    
    “Gli ho detto di passare sul sedile posteriore. Siamo scesi e passati dietro. Ha spostato in avanti e piegato quello anteriore per avere più spazio. Ho tolto le mutandine, prima di rientrare in macchina. Mi sono seduta sopra di lui, mentre slacciava i pantaloni. Mi sono seduta. Mi sono fatta scopare. Mi sono messa dentro il suo cazzo e mi sono fatta scopare. Era ciò di cui avevo voglia, ciò che sapevo sarebbe successo ma che è stato più forte di quello che immaginavo. Perché ti sentivo. Lo sentivo. E ti sentivo. Godevo, come sto godendo ora. così. Qui e lì.”
    
    Si tocca. Si muove. Mi parla. Dice, racconta, condivide.
    
    Gode.
    
    Con me. 
«1234»