1. Con me.


    Data: 04/07/2019, Categorie: Cuckold Etero Autore: wutternach, Fonte: RaccontiMilu

    ... piaciuto provare quella strana sensazione nello stomaco mandando quel messaggio, sapendo che era con lui. Ha risposto quasi subito, questa volta. “Lo sai che sono con lui, a cena fuori, adesso.”
    
    Ecco, era quello che volevo, adesso sì che era diverso. Adesso sì che ero con lei, anche se in un altro posto. Adesso sì. Le ho scritto subito. “Lo so. Mi piace”. Poi, dopo dieci minuti mi scrive di nuovo. “Sono nel bagno del ristorante. Tu che fai?”. “Aspetto i tuoi messaggi, in terrazza. Bevo e aspetto. Non dire niente a lui, come se tutto fosse come le altre volte”. Aspetto. “Non gli dico niente, no. Vuoi essere parte anche della mia vita parallela, vero?”. “Forse, non lo so. So che mi piace. Ti stai sistemando il trucco?”. “No, sono venuta solo per scriverti. Torno da lui, mi aspetta…”.
    
    Era la prima sera che ci accadeva. Mi sentivo emozionato, agitato, forse anche preoccupato che la nostra storia potesse risentire di questo. Ma, mi dicevo per tranquillizzarmi, non era cambiato apparentemente niente da quando loro si vedevano, perché sarebbe dovuto cambiare qualcosa adesso? Non mi aveva detto esplicitamente che era d’accordo a tenermi informato, rileggevo i suoi messaggi e cercavo sicurezza ma non la trovavo, non chiaramente. Però non sembrava distante, c’era un senso di complicità. Ma dovevo averne la certezza. Perché io avevo la certezza che mi sarebbe piaciuto, la volevo anche da lei. Così ho inviato: “Ti dà fastidio tenermi informato, condividere con me?”. La questione ...
    ... non era su chi avesse ragione e chi torto, né su chi si dovesse sentire in colpa. La mia richiesta era stata chiara, dimmi tutto, fammi partecipare al tuo tradimento, in modo che non sia più tale, sdoganiamo. Non come era prima.
    
    Non rispondeva, stava cenando, forse stava dicendo tutto a lui, forse stavano già scopando. Mi agitava. Ma mi piaceva, era una strana sensazione mista, poco controllabile e in quanto tale, forse, più intrigante. Dieci minuti, venti. Saliva la preoccupazione. La paura di perderla, in qualche modo. Non per colpa mia, non per colpa sua, per distanza.
    
    Squillo. Apro. “Mi piace farlo. Vorrei poterti scrivere tutto senza che lui se ne accorga. Sono fuori a fumare una sigaretta, lui è dentro. Non posso scrivere tutto quando sono lì. Vorrei.”
    
    Finalmente, era il messaggio che volevo, quello che non speravo potesse arrivare. Quello che mi faceva sentire bene. “Quello che non riuscirai a scrivere me lo dirai a voce. Sei eccitata per la serata che ti aspetta?”. “Moltissimo”.
    
    Anche io, moltissimo, è strano ma è così, è forte, è intenso, un sentimento particolare, un’improbabile situazione che mi fa venire il cazzo duro. Aspetto ancora, non so che fare oltre a immaginare tutti gli scenari possibili su di loro. Prendo aria. Passa un’ora, non voglio scriverle ancora, aspetterò quando rientrerà, anche se non so che ora sarà, visto che ormai non deve nemmeno fingere e potrà tornare a qualsiasi ora. Arriva un messaggio. “Stiamo per uscire dal ristorante, sono ...