1. memorie di un single; la tardona


    Data: 21/06/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Autore: demaranto, Fonte: RaccontiMilu

    ... sedie, e su un lato un divano con due poltroncine ed un tavolino basso rettangolare in vetro e metallo, il resto della stanza era arredata con vari mobiletti, alle pareti quadri classici con imponenti cornici.
    
    Feci capolino nel corridoio, sentendo i rumori capii che la cucina era una stanza dopo il salone, la mamma la chiamava dalla sua stanza in fondo al corridoio e lei subito usci dalla cucina. Ritornai nel salone, la sentivo che andava avanti e indietro e, finalmente dopo dieci minuti venne nel salone tenendo in mano un vassoio con una tazza di caffè fumante.
    
    Nel frattempo io mi ero accomodato su una delle poltroncine, lei posò il vassoio sul tavolino in vetro e metallo davanti al divabo, dopo fatto questo restò in piedi davanti al tavolino. Io non le diedi retta e cominciai a girare lo zucchero nel caffè e lentamente iniziai a berlo. Notai sul tavolino una ceneriera ed allora presi il mio astuccio e mi rollai una sigaretta, senza preoccuparmi di chiedere il permesso. Solo allora gli dissi di sedersi.
    
    – Parlami di te
    
    – Cosa vuoi sapere ?
    
    – Tutto da quando sei nata fino ad adesso….
    
    Iniziò a parlare, sempre con la testa bassa, mi sorbii circa mezzora della storia della sua vita. Ogni tanto qualche lacrima faceva capolino sulle guancie.
    
    Alla fine il resoconto era triste, figlia unica, unico comune denominatore della sua vita erano i suoi genitori, prima il padre, morto due anni prima, e poi la madre. Molto possessivi ed egoisti, l’avevano sempre bloccata ...
    ... nella vita, non volevano che uscisse, non accettavano nessuna compagnia, ed anche la sua vita sentimentale era stata bloccata. E lei si era, come valvola di sfogo, buttata nel lavoro, insegnante prima di elementari, medie, poi di superiori e per finire preside di una scuola di ragioneria, era andata in pensione un anno prima, e se fino ad allora il suo sfogo era il lavoro, adesso era intrappolata tutto il giorno in quella casa con la madre che la ossessionava ancora di più. Mi disse che dopo il lavoro tornava a casa ed era succube dei genitori, cucinava per loro, le pulizie e, che da quattro cinque anni, dato che prima il padre e poi la madre ormai vecchi ed acciaccati da varie malattie erano ormai allettati, badava a loro in tutto e per tutto. Anche scendere per comprare qualcosa era un problema, ma lei amava la madre e, lo faceva con tutto il cuore.
    
    Alla fine del racconto scoppiò in un pianto liberatorio, mi fece pena, chissà da quanto tempo teneva tutto dentro, forse o sicuramente ero il primo a cui confessava tutto ciò, dal suo racconto capii che come era succube e sottomessa dai suoi genitori così nel lavoro si distingueva per il suo carattere battagliero, teneva testa agli altri colleghi, agli allievi ed ai genitori, solo nella casa si annullava. La voce della madre la svegliò da questa confessione, si alzò di fretta e mormorando delle scuse andò da lei.
    
    Quando ritornò nel salone non le diedi il tempo di dire niente:
    
    – Vai nella tua camera togliti i vestiti e ...
«1234...30»