1. memorie di un single; la tardona


    Data: 21/06/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Autore: demaranto, Fonte: RaccontiMilu

    “E’ domenica mattina si è svegliato già il mercato………..” così recitava una famosa canzone, ma io non andavo al mercato, bensì ad un supermercato per fare un po’ di spesa per casa, ero in compagnia di mio fratello e mia sorella.
    
    Mio fratello si incamminò avanti, mentre io e mia sorella stavamo un paio di centinaia di metri indietro, ad un certo punto della strada mia sorella ricevette una telefonata e se ne andò per i fatti suoi.
    
    Così rimasi solo , davanti a me stavano venendo due donne, una più anziana che a malapena camminava e, davanti a lei una più giovane rispetto alla prima, una di quelle donne che in gergo si chiamano “tardone”, grandi di età, magari zitelle, sgraziate nel vestire.
    
    Le seguii con lo sguardo, fissando la più giovane, la quale appena si accorse che la guardavo abbassò gli occhi.
    
    Ci trovammo così ad appena mezzo metro di distanza l’uno dall’altra, lei alzò la testa e mi guardò, io sussurrai appena:
    
    – Alle cinque qui……..
    
    – Ma……….
    
    – Ho detto alle cinque……. Non mancare.
    
    Detto questo le passai accanto e andai via senza girarmi, i miei fratelli erano arrivati al supermercato e facemmo insieme la spesa.
    
    Trascorsi così la mattinata, tra supermercato e la compagnia dei miei fratelli, tornai a casa verso l’una, pranzai e regolai sul telefono la sveglia verso le quattro e mi misi sul divano a riposare.
    
    Dopo il riposo mi recai al probabile appuntamento, non ero sicuro della presenza della donna ma non avevo nulla da fare e due passi, ...
    ... nel pomeriggio della domenica li avrei comunque fatti.
    
    Arrivai in prossimità dell’appuntamento un decina di minuti prima e mi misi da lontano, non volevo eventualmente farmi trovare già lì, ed ecco che cinque minuti prima delle cinque la vidi venire al luogo dell’appuntamento.
    
    L’eccitazione e l’adrenalina cominciò a circolare nel mio corpo, eccitazione perché già mi pregustavo cosa avrei potuto fare con quella donna, e l’adrenalina perché al tempo stesso non sapevo come mi sarei mosso.
    
    Il fatto che lei avesse accettato l’incontro e, addirittura si era anticipata, mi dava dei segnali precisi, del resto avevo scambiato con lei solo due parole e lei aveva obbedito. Allora decisi di giocarmi la carta della sottomissione, del resto non avevo nulla da perdere, se andava…… bene altrimenti sarei ritornato a casa. Decisi di non farmi vedere e di farla aspettare un po’.
    
    Dopo dieci minuti lei era ancora lì, si guardava intorno nervosamente, vedeva l’orologio, camminava avanti e indietro senza però allontanarsi dal luogo prefissato. Sarei stato curioso di vedere quanto tempo mi avrebbe aspettato, feci passare altri cinque minuti e mi senza farmi vedere mi avvicinai alle sue spalle.
    
    – Come ti chiami ?
    
    Esordii così, senza salutare, con un tono freddo e distaccato, lei alla mia domanda fece un sussulto e quasi balbettando mi rispose :
    
    – Luisa
    
    – Perché stai qui ?
    
    – ….. tu me lo hai chiesto…….. e sono venuta …….
    
    – Cosa ti aspetti da me ?
    
    – Non lo so……. Non so ...
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