1. memorie di un single; la tardona


    Data: 21/06/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Autore: demaranto, Fonte: RaccontiMilu

    ... indossa una vestaglia……
    
    – Ma come ……..
    
    – Da ora in poi farai tutto quello che ti dico……… altrimenti vado via e non mi vedi più …..
    
    Come al solito abbassò gli occhi e uscì dalla stanza.
    
    Rientrò dopo una decina di minuti, rossa in volto e con la testa bassa, arrivata al centro della stanza le dissi di fermarsi e di slacciare la vestaglia, tremando eseguì la mia richiesta. Mi apparve un corpo tonico, armonioso, certo si notavano smagliature e pelle flaccida sotto gli avambracci. Glielo feci notare e mi disse che faceva ginnastica in casa per mantenersi in forma, seguiva dei filmati su youtube. L’intimo che indossava era dozzinale, reggiseno bianco e slip, anzi mutandoni enormi, dai lati degli slip uscivano i peli.
    
    Le feci sganciare il reggiseno da dietro, e le dissi di togliere i mutandoni.
    
    Mi avvicinai a lei, la squadrai per un po’ di tempo, soffermandomi sui seni e sul pube. I seni, almeno una terza misura, li presi con entrambe le mani soppesandoli e schiacciandoli leggermente per capirne la consistenza, erano abbastanza sodi tranne per i capezzoli che guardavano verso il basso, Inizialmente lei cercò di sottrarsi ma, ad un mio sguardo severo lasciò perdere. Poi passai al pube, una foresta……. Peli ricci di colore nero, con qualcuno bianco, ma quello che mi colpii maggiormente era la quantità, un unico tappeto di peli, dai laterali delle grandi labbra fino al pube per poi diradarsi verso l’ombelico. Ridendo feci un commento negativo.
    
    – Certo che per te ...
    ... i centri estetici potrebbero anche chiudere…….
    
    Questa mia frase scatenò in lei un tremore e si fece ancora più rossa, sia in viso che sul petto, e balbettando:
    
    – Non ridere di me, quando lavoravo ancora mi curavo di più ma, adesso ho perso tutto l’interesse ….….. chi mi deve vedere ?
    
    – Non devi curarti per gli altri, ma per te stessa. Da oggi cambierai, portami nella tua stanza da letto…
    
    – Che vuoi fare ?
    
    – Ho detto che devi ubbidirmi e basta.
    
    Mi faceva pena, la sua autostima era pressoché inesistente. Allora decisi di cambiare tattica, sicuramente la dominazione, come fino adesso avevo fatto, andava bene, ma così l’avrei finita di distruggere, dovevo usare il bastone e la carota, da un lato la dovevo dominare dall’altro dovevo far salire la sua autostima e liberarla dai problemi che fino adesso l’avevano imprigionata.
    
    La seguii nel corridoio, la sua stanza veniva prima di quella della madre. Si fermò vicino al suo letto, io senza dire niente mi avvicinai ad un cassettone, iniziai ad aprire i vari cassetti, trovando quello della biancheria intima. Non c’erano più di una quindicina di mutande e reggiseni, tutti rigorosamente bianchi ed anonimi. Le dissi di andare in cucina a prendere una busta di plastica, memore di quello che avevo detto prima non disse nulla, dopo un po’ ritornò.
    
    – Butta tutto questo intimo inutile, prendi delle forbicine piccole, quelle che si usano per tagliare le unghie, e poi qual’è il cognome sul citofono ?
    
    Provò a ribattere ...
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