1. Un master brutale


    Data: 19/05/2019, Categorie: Trans Autore: CagnaGolosa, Fonte: Annunci69

    ... forza.
    
    Caccio un mugolio...
    
    “zitta…”
    
    “su questo muso la bocca deve stare e restare aperta finché mi serve…”
    
    “hai capito…?”
    
    Annuisco e mugugno un qualcosa che spero ardentemente lui interpreti come un sì.
    
    Mi sputa in bocca. Ancora una volta. Ancora un'altra...
    
    Con uno strappo del guinzaglio ancora arrotolato attorno al collo la tensione diminuisce e lo svolge con un gesto, poi lo vedo davanti a me che si sbottona la patta. Faccio uno sforzo per continuare a tenere la bocca aperta, divaricata...
    
    “Che io non senta nemmeno per un secondo quei denti…” mi dice, poi mi infila il suo cazzo in bocca in maniera decisa tirando a sé il mio muso, la bocca divaricata. Il suo cazzo è ancora un po’ morbido e attendo i Suoi ordini ma mi assicuro di continuare a tenere la bocca divaricata, la lingua rilassata su cui sento con chiarezza poggiarsi il suo cazzo che so saper diventare molto grosso.
    
    Ordini che arrivano nella forma di una mano che mi afferra per i capelli e mi spinge a lui e il guinzaglio nell’altra che mi allontana, in maniera ritmica mi sbatte la testa avanti a indietro…
    
    “Tieni le labbra più chiuse, voglio scoparla questa bocca” mi dice. Obbedisco.
    
    Allento ogni muscolo, rilasso il collo, sento le labbra e tengo la lingua morbida e inerte, il suo cazzo ora sta diventando più duro, mi apra le labbra, si accomoda fino in fondo, il naso mi sbatte sui peli del suo sesso quando mi tira a sé spingendomi dalla nuca, chiudo gli occhi, mi allontana ...
    ... tirandomi via con il guinzaglio di nuovo stretto attorno al collo e ripete, ripete, ripete la cosa più e più volte.
    
    Mi lascio scopare così per dei minuti e ora il suo cazzo è duro e dritto e grosso.
    
    Un ulteriore strappo con il guinzaglio e mi sbilancio, cado quasi di lato.
    
    Mi prende per i capelli.
    
    “Leccalo. Succhialo…” mi ordina e sento un poco meno la tensione sul collo. Mi avvento allora sul suo sesso, lo lecco, lecco l’asta, la cappella, la base vicino alle cosce, poi lo succhio con forza come mi aveva ordinato la settimana precedente, perché ho un disperato desiderio di compiacerlo, di soddisfare ogni sua richiesta.
    
    “Basta. Ora stai ferma lì” e si allontana verso il tavolo che è dietro, sono di schiena, non posso vedere e non oso voltarmi. Mi concentro sull’attesa, sui suoni, cerco di intuire cosa stia prendendo e poi capisco che sono le corde.
    
    Mi solleva tirandomi per il guinzaglio, il gesto è cosi repentino che mi taglia il respiro, mi sforzo di alzarmi ma quasi cado. Mi prende per i capelli, mi solleva e mi divarica le gambe allo stesso tempo, poi mi piega a libro, la testa bassa, la mano che spinge il collo, mi sforzo di tenere le gambe dritte. In un istante ha legato i polsi e caviglie tra loro.
    
    Non riesco a muovermi e sento i polsi segati dai molti giri della corda e la mia unica preoccupazione è se riuscirò a stare in piedi. Ah, che ingenuità!
    
    Al primo colpo della dura cintura di cuoio con cui mi aveva già colpito la scorsa settimana il mio pensiero ...
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