1. Un master brutale


    Data: 19/05/2019, Categorie: Trans Autore: CagnaGolosa, Fonte: Annunci69

    Il Padrone mi ha scritto, questa mattina, e mi ha ordinato:
    
    "Voglio che tu scriva e descriva nei dettagli l'incontro con il Master di qualche settimana fa. Fallo oggi".
    
    "Sì, Padrone".
    
    Il Master di cui parla è lo stesso del racconto precedente, ma la seconda seduta è stata... brutale, profondamente sadica.
    
    E così, poiché il racconto precedente terminava con "Oggi pomeriggio, tra mezz'ora sarò di nuovo la Sua cagna." ecco i dettagli. Il racconto sarà quindi un po’ lungo, ma il Padrone mi ha ordinato di dettagliare sia gli accadimenti che le sensazioni.
    
    Allacciate le cinture, perché sarà un viaggio movimentato, e lo racconterò in prima persona perché non riesco ancora a sentirlo, dopo cinque settimane… con sufficiente distaccato da usare la terza persona.
    
    Anche se la mia pelle non mostra più i segni qualcosa dentro di me ancora li porta in maniera evidente.
    
    Dunque:
    
    Finisco di scrivere il racconto della seduta precedente e vado in bagno a lavarmi. Questo Master mi vuole perfettamente pulita internamente e quindi irroro diligentemente e copiosamente con il doccino l’interno della bocca avida tra le mie gambe.
    
    Il calore dell’acqua che mi riscalda mi dà un brivido e ripenso alla sua grossa mano dentro di me la settimana precedente. Com’era grossa!
    
    Aumento un po’ la forza del getto e uso quello e tre dita, voglio che sia ben dilatata per poterlo accogliere. La volta scorsa non aveva usato alcun gel, solo la mia salita, voglio esser pronta…
    
    Un ...
    ... brivido mi percorre dal collo fino alla base della schiena.
    
    Mi alzo, tiro su il perizoma, mi aggiusto le autoreggenti e mi rivesto. Torno nel mio guscio, torno Adam, tiro l’acqua per giustificare il tempo passato nel bagno dell’azienda ed esco. Metto la giacca e vado da lui.
    
    Obbediente alla sua richiesta del pomeriggio, gli scrivo appena esco:
    
    “Sono uscita ora, Signore”
    
    “OK. Cerca di muoverti”.
    
    “Sì” - rispondo mentre affronto la rampa. Premo INVIA e me ne pento immediatamente.
    
    “Sì cosa? Imbecille”
    
    “Sì Signore” replico, sapendo che mi costerà.
    
    Arrivo.
    
    Parcheggio.
    
    Diligente, scrivo:
    
    “Ho parcheggiato, Signore. Sto salendo”
    
    Non ricevo risposta, ma la porta di casa è aperta. Entro, chiudo e giro la chiave come da Sue istruzioni.
    
    Mi volto.
    
    Uno schiaffo in pieno volto mi sbilancia.
    
    “Sì, Signore. Si risponde ‘Sì, Signore’, ricordatelo”.
    
    Non mi chiama mai per nome. Non mi chiama neppure “cagna” o “vacca” o “troia” come fanno i più.
    
    Scossa, lo sguardo basso rispondo solo “Sì, Signore”, e resto immobile.
    
    “Spogliati”. E scende i due gradini che danno verso l'ampia cucina, dove sul grande tavolo in legno intravedo le corde, i guinzagli. È più buio della volta scorsa, ci sono solo alcune grandi candele che danno alla cucina un’atmosfera dungeon.
    
    Lo seguo e mi spoglio velocemente.
    
    La giacca, la camicia assieme alla maglia - so che la sua pazienza è molto limitata - e li appoggio su una balaustra mentre mi sfilo gli stivaletti e faccio ...
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