1. Non tutti i mali vengono per nuocere


    Data: 14/11/2017, Categorie: Trans Autore: orchidea_nera, Fonte: Annunci69

    ... riempivano le mie viscere. Il mio corpo tremava tutto pervaso da un piacere che raramente aveva raggiunto tanta forza.
    
    Lui si accasciò accanto a me, io mi girai e ci baciammo.
    
    “Grazie, tesoro, sei meravigliosa. Il tuo culetto è la fine del mondo, mi hai fatto fare la scopata più bella di tutta la mia vita.”
    
    Non ebbi il tempo di gustare quei momenti dopo l’amplesso perché sentimmo bussare alla porta.
    
    “Occupato!” – Rispose al alta voce il ragazzo.
    
    Sentimmo la voce del barista da dietro la porta che diceva: “Signorina, la corriera per Bologna è arrivata. Si ferma solo 10 minuti, faccia presto”.
    
    Il ragazzo si affrettò ad uscire. Io cercai di ricompormi alla men peggio e lo seguii a ruota. Non potevo perdere quel autobus, mi avevano detto che era l’ultimo della giornata.
    
    Avevo dimenticato a spegnere la luce e uscendo mi accorsi che la porta del bagno aveva dei buchi che lasciavano filtrare la luce che veniva da dentro. Guardando bene la porta, dal lato esterno, all’altezza della cintola, pareva bagnata. Toccai il bagnato con la punta del dito e capii che era sperma. Qualcuno doveva ...
    ... essersi segato guardando lo spettacolo di noi che scopavamo dentro.
    
    Sorrisi, uscii di corsa senza guardare gli avventori del bar e mi fiondai sulla corriera. Partimmo subito.
    
    Non ricordo più il nome di quel paesino dell’appennino tosco-emiliano ma quella scopata non la dimenticherò mai. Anzi, se quel ragazzo di allora, leggendo questo mio racconto dovesse riconoscersi… Beh… ora sa come rintracciarmi… se vuole!
    
    Tanti anni dopo, tornata in Sicilia, non più da transgender ma da trav in privato (ruolo a cui mi sono autodeclassata per viver tranquilla) ho tentato di rivivere quell’eccitante esperienza. L’ho fatto in un cinema a luci rosse di Catania. Un tizio, seduto vicino a me, mi aveva invitato a seguirlo il bagno ma, dopo un paio di colpi di lingua alla sua cappella, era venuto come una fontana. Dopo avermi dato un buffetto sul viso, manco fossi stata una bambina che aveva fatto la brava, si era sistemato i pantaloni ed era tornato subito in sala. Sigh…!
    
    Una cosa l’ho imparata: se non voglio restare a becco asciutto e bocca bagnata è opportuno che impari a tenere la lingua a freno! Ahahahaha…
    
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