1. Non tutti i mali vengono per nuocere


    Data: 14/11/2017, Categorie: Trans Autore: orchidea_nera, Fonte: Annunci69

    ... la verga fino alle palle. Erano così grosse che in bocca non mi entravano. Leccavo e succhiavo freneticamente, ero come invasata. Un solo pensiero: volevo essere sfondata da quel meraviglioso cazzone e sentire quelle palle sbattere contro le mie natiche freneticamente ad ogni colpo di quel maglio. Sentirmi letteralmente sfondare!
    
    Fui presto accontentata.
    
    Il mio pompino non durò a lungo. Lui si ritrasse e mi fece alzare.
    
    “Sei troppo brava a fare pompini, così mi fai venire subito ed è il tuo culo che voglio!”
    
    Mi fece girare, con le natiche rivolte a lui, mentre mi reggevo con le mani sui bordi del lavandino.
    
    Si abbassò dietro di me, mi allargò le natiche e cominciò a leccarmi il buchetto.
    
    “Sei già bagnata, troietta… Hai un culo… fatto per essere scopato.”
    
    Si alzò e mi poggiò la punta del cazzo contro lo sfintere.
    
    Peccato, pensai. Mi piaceva essere leccata. Evidentemente a lui interessava altro!
    
    Sentire la sua pressione dietro e sentirmi allargata e posseduta fu un tutt’uno. Ce l’avevo tutto dentro e cominciavo a sentire le sue grosse palle sbattere contro le mie. Lui mi stantuffava dolcemente ma io ero più infoiata di lui e comincia a muovere le natiche freneticamente per imprimere un ritmo più serrato all’amplesso.
    
    “Sfondami tutta, porco.”
    
    “Si, troia, ora te lo spacco tutto il culo.”
    
    Mi costrinse a sdraiarmi a terra, faccia in giù e le natiche un po’ alzate verso di lui. Lui me lo infilò dentro di scatto poggiandosi con tutto il busto ...
    ... contro le mie spalle. In quella posizione riusciva a dare più slancio dinamico al suo bacino. Ad ogni colpo il mio culetto si apriva all’inverosimile accogliendolo dentro in tutto il suo splendore.
    
    Mi stava veramente sfondando. Si lasciava cadere su di me a corpo morto in modo da sprofondarmelo dentro qualche centimetro oltre la sua lunghezza e strappandomi qualche gridolino di piacere misto a un po’ di dolore. La secrezione naturale delle mie mucose rettali era diventata così copiosa che il mio liquido usciva fuori bagnando le mie natiche e le sue palle.
    
    Non so se fu questo a farlo arrapare ancora di più ma mi assestò tre o quattro colpi che fecero tremare tutta la stanza e me che gemevo scossa da fremiti di piacere misti a dolore. Il culmine del mio orgasmo anale non tardò ad arrivare. Ero tutta bagnata e pure dal mio cazzettino usciva liquido seminale. Violenti sussulti scuotevano tutto il mio corpo proiettandomi fuori dal mondo reale, in una realtà onirica dove dolore e piacere si fondono in un tutt’uno e traggono forza vitale l’uno dall’altro. Non c’era più nulla, solo io e quella trivella che mi squassava le viscere provocandomi quei sussulti spasmodici di piacere.
    
    Dopo, lui cominciò ad ululare come un lupo e ritrasse un po’ il cazzo portandolo all’imbocco del mio orifizio. In questo modo avrei assaporato meglio la fuoriuscita del suo seme. Cominciò a spruzzare il mio buchino poi me lo infilò dentro nuovamente mentre continuava a zampillare con fiotti violenti che ...