1. la cabina dell’hotel Continentale


    Data: 18/04/2019, Categorie: Etero Autore: forrest_sherman, Fonte: RaccontiMilu

    Un’estate di tanto tempo fa, Marco, un compagno di scuola mi invitò ad andarlo a trovare nell’albergo di lusso, l’hotel Continentale al mare dove passava le vacanze con sua mamma Lidia.
    
    Avevano 19 anni ed eravamo in procinto di iniziare l’università insieme. L’idea era che io, Luigi, sarei stato ospite per cinque giorni. L’hotel era meraviglioso ed era dotato di spiaggia sugli scogli privata e metteva a disposizione dei gozzi liguri a prenotazione per gli ospiti.
    
    Il mio amico era figlio unico , suo papà era un importante dirigente, separato dalla mamma, cui non faceva mancare nulla di soldi e di lussi, ma non stavano insieme, non so perché.
    
    La mamma era un donna molto avvenente di 47 anni, molto ben tenuta e curatissima, allegra e socievole con il gruppo di amici ricchi che trascorrevano le vacanze in quel paradiso.
    
    Le donne a me piacevano, ma ero ancora abbastanza imbranato a quell’età, avevo qualche amoretto ma nessuna vera esperienza di coppia.
    
    Ma l’età, l’estate e la situazione di agio mi fomentavano mentalmente e anche l’istinto sessuale era prepotente.
    
    In quella situazione non avevo ragazze con cui sfogarmi e al mattino la cosa costituiva un problema di ingombro’che manualmente risolvevo.
    
    Il secondo giorno Marco, con cui stavo ovviamente sempre insieme, fu costretto ad assentarsi per la visita militare che a quei tempi era obbligatoria. La cosa fu improvvisa e Lidia mi disse ce era spiaciuta che Marco dovesse assentarsi proprio mentre io ero lì, ma ...
    ... non se ne poteva fare a meno.
    
    Mi disse, ‘vorrà dire che ti farò compagnia io, prenoterò il gozzo e ci faremo un bel giro fino a Portofino, ti va? , e tu lo condurrai, io non sono tanto esperta di barche”
    
    Io fui comunque contento di quell’opportunità, e alla mattina, dopo aver salutato marco che andava al treno, andai vero gli scogli passando per per il ponticello che dava sul bordo della piscina e poi sulle terrazze sopra gli scogli ed il moletto.
    
    Andai nella cabina privata a mettermi il costume e appesi alle grucce c’erano gli indumenti della signora Lidia.
    
    Ero eccitato dal trovarmi solo in quella cabina, e morbosamente esamina gli indumenti intimi che vedevo appesi, c’era un vestitino bianco a tubino che la signora Lidia riempiva benissimo con le sue belle forme, un reggiseno rinforzato dai ferretti, che profumava di rosa e le mutandine della stessa tinta, roba fine, di pizzo.
    
    Ero tanto eccitato che non potei fare a meno di masturbarmi odorando quegli indumenti, fino a schizzare, con fortissimi sensi di colpa per quegli atti che, secondo la morale che pur avevo, erano un filo audaci, daiii’odorare la biancheria della mamma di un amico, odorare il suo profumo, guardare la sua roba’
    
    Un po’ sconvolto uscii e trovai subito la signora Lidia che mi disse ‘finalmente! Dormiglione, il gozzo ci aspetta da un’ora, partiamo subito!’
    
    Scesi nella barca, aiutato da un bagnino Dino, che mi accese il motore entrobordo diesel a tre cilindri, lei fece un saltino, aveva ...
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