1. Come in un sogno


    Data: 15/04/2019, Categorie: Etero Autore: iprimipassi, Fonte: RaccontiMilu

    ... per un attimo. Non sapeva nulla di lui, ma sondò i suoi magnetici e profondi occhi azzurri e decise che non poteva esserci cattiveria nascosta dietro quell’atteggiamento dolcemente spavaldo. Aveva semplicemente a che fare con un ragazzo sicuro di sé, conscio del suo fascino e che, come lei, aveva solo trovato stimolante la sua compagnia. Annuì, voltandosi verso l’uscita. Lo sconosciuto le posò una mano sulla schiena nuda, invitandola a precederlo. Era una mano grande e calda, che quasi le avvolgeva la schiena, con un tocco deciso eppure delicato.
    
    Non appena messo piede in strada, Arianna avvertì un brivido causato dalla brezza notturna sulla sua pelle nuda. Lo sconosciuto non ne attese un secondo. Sfilò il cappotto e vi avvolse la ragazza per ripararla dal freddo, approfittando per cingerle le spalle con un braccio. Camminarono, così, abbracciati per le vie del centro, parlando e, di tanto in tanto, scambiandosi qualche leggero bacio sulle labbra.
    
    ‘Siamo arrivati’, disse a un tratto lo sconosciuto, appena dopo aver stuzzicato il labbro inferiore di Arianna stringendolo fra i denti.
    
    ‘Dove?’, chiese lei, quasi intontita dalle loro effusioni.
    
    ‘A casa mia. Io abito qui’, rispose il ragazzo, indicando con gli occhi un palazzo dall’aspetto massiccio alla loro destra.
    
    Arianna, a questo punto, ebbe un momento di lucidità. ‘Ascolta’ io non”.
    
    Lui non la lasciò proseguire. ‘Sta’ tranquilla. Questo non significa nulla, non voglio forzarti. Ci tengo solo a farti ...
    ... vedere una cosa che ti lascerà senza fiato. Fidati di me’.
    
    Tra mille paure e pensieri che le affollavano la mente, ancora una volta Arianna decise di fidarsi di quel ragazzo. E la sua buona fede fu ben ripagata dagli eventi. Scoprì, nel giro di pochi minuti, che quell’affascinante sconosciuto viveva all’ultimo piano del palazzo. Che lo stabile era tra i più alti del centro. E che, seppur il piccolo bilocale apparisse poco più che come una sistemazione di fortuna, la terrazza di cui era dotato offriva una vista mozzafiato dell’intera città, a quell’ora completamente deserta e minuziosamente illuminata dalle luci dei lampioni disseminati per la ragnatela di vie e piazze che si estendeva sotto di loro.
    
    Arianna restò a guardare quello spettacolo a bocca aperta, col ragazzo che si portò dietro di lei, abbracciandola e quasi affiancando il suo viso a quello della sua ospite. D’istinto, lei portò le sue mani sopra quelle di lui, strette attorno alla sua vita.
    
    ‘E’ bellissimo’, disse, in tono sommesso e reverenziale.
    
    ‘Ci tenevo che lo vedessi’, rispose lui. ‘Sei in città da così poco tempo. Eppure ne parli con una passione, un’ammirazione’ quasi come se ci fossi nata’.
    
    ‘Mi piace. Mi piace molto. E questo panorama’ sembra un sogno”.
    
    ‘A me piaci tu. Da morire’.
    
    A quelle parole, Arianna sospirò, liberandosi dall’abbraccio del ragazzo e voltandosi verso di lui, schiena al parapetto.
    
    ‘Questa l’hai presa dal tuo play book?’, disse, sorridendo appena.
    
    ‘Play’ cosa?’, ...
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