1. La mia seconda prima volta


    Data: 15/04/2019, Categorie: Etero Autore: tigrottina, Fonte: RaccontiMilu

    ... contrapponeva un atteggiamento timido, accentuato da un lieve rossore a colorargli il volto mentre saliva sul palco. I suoi occhi mi colpirono subito. Profondi, neri come la notte, e resi brillanti come stelle dalla luce dei faretti puntati contro il suo viso. Mentre il gestore del bar delineava il profilo artistico del compositore venezuelano che prendeva posto sullo sgabello al centro del palco, io mi persi ad osservare le sue mani. Grandi, forti, eppure dalle dita lunghe e quasi affusolate, che si muovevano aggraziate prima sull’asta del microfono al fine di regolarlo e poi sul libro che teneva in mano, sfogliandone delicatamente le pagine fino a cercarne una in particolare.
    
    Dopo mesi di completo disinteresse verso qualsivoglia ragazzo capitatomi a tiro, quello sconosciuto mi regalò un brivido lungo la schiena. Pensai alle sue mani aggraziate sul mio corpo esile, alla sua barba solleticarmi il volto, ai suoi occhi penetrare nei miei. Arrossii visibilmente sotto lo stimolo di quei pensieri, mentre il mio sguardo non si distoglieva dal poeta. Dovette accorgersene anche Bernie, che non mancò di sottolineare la cosa col suo consueto umorismo di pessimo gusto: ‘Tesoro, se vuoi darti sollievo dimmelo, che chiedo se hanno una tovaglia più lunga’. Non riuscii a trattenere una risata che, nel locale quasi gremito ma silenzioso in maniera surreale, per qualche istante catalizzò l’attenzione su di noi, rendendo, probabilmente, il mio colorito quasi violaceo. ‘Ma dai, sei scemo?’, ...
    ... gli sussurrai a denti stretti, mentre gli rifilavo una gomitata. Quando mi riscossi, notai che il poeta venezuelano, di cui mi era sfuggito il nome, aveva preso a guardarmi a sua volta. Iniziò a recitare in inglese, tenendo il libro aperto in grembo, ma con gli occhi fissi nei miei. Io feci altrettanto. Mi sembrò di vedere nei suoi occhi le immagini che la sua voce dipingeva così nitidamente: montagne innevate, uno chalet sperduto in quel deserto di ghiaccio, e dentro due amanti, impegnati a scaldarsi al fuoco di un caminetto e del loro amore. Mentre le mie orecchie erano tese ad ascoltare la sua voce quasi flebile, i miei occhi erano concentrati a vagare sul suo viso, sulle sue labbra, sulle sue mani. Mi sembrava quasi di toccarlo tanta era l’intensità con la quale lo osservavo. E lo stesso valeva certamente per lui, che pareva ricambiare a pieno i miei sguardi languidi e la mia eccitazione crescente.
    
    Pochi minuti ancora, e la sua esibizione terminò. Il poeta si alzò, andando a sedersi al suo posto sulla panca. Continuammo, però, a guardarci con insistenza. Bernie non poté non accorgersene. ‘Ti sei convertita ai capelloni, vedo’. Ci conoscevamo da una vita io, Bernard, Anne e Mathieu, impensabile nasconderci qualcosa, eravamo dei libri aperti l’uno per l’altra. ‘E’ molto attraente’, gli dissi. Mi guardò con tenerezza mista a complicità. ‘Va’ a parlarci’. ‘Ma dai, ma ti pare?’, risposi. ‘Perché? Se ti piace così tanto dovresti’ magari poi torna in Venezuela, e non ne avrai ...