1. Rebeca cap.2 - Nel bagno della scuola


    Data: 14/04/2019, Categorie: Etero Autore: FrancoT, Fonte: EroticiRacconti

    ... anche se, conoscendola, sapevo che lei avrebbe preferito l’abbassamento ma decisi di non preoccuparmi. Scostai leggermente il suo perizoma e dopo averle fatto aprire leggermente le gambe, posizionai il cazzo contro al suo sesso e con un lieve colpo di reni entrai dentro di lei senza fatica alcuna.
    
    Cominciai a spingere con un ritmo lento, senza troppa foga e Rebeca apprezzò la mia azione.
    
    “Sei fantastico. Non so perché ma, cazzo, mi fai impazzire”.
    
    “Perché sono il tuo tipo?”.
    
    “No, no. Quello no. Proprio per niente. Spingi! Spingi!”, mi rispose lei. Era evidente quanto le sue parole fossero vere. Eravamo veramente diversi per idee, ceto sociale, abitudini, abbigliamento, passioni. Lei faceva parte della borghesia agiata e benestante della città, io ero un operaio senza troppe ambizioni. Lei aveva una famiglia colta, cattolica e perbenista, io ero un uomo separato da anni che frequentava bar in cui lei non si sarebbe mai nemmeno azzardata ad entrare. Eppure quella diversità esteriore, ma anche interiore, non era stata un ostacolo all’inizio della nostra relazione sessuale. Mentre scopavamo le nostre diversità non contavano più nulla. Era pura e semplice ricerca del piacere, di evasione, di godimento.
    
    Raggiunse un primo orgasmo pochi minuti dopo e si sollevò leggermente. Io la abbracciai dal dietro e quando ella si voltò verso di me ci baciammo con passione. Non uscii dal suo corpo anche se la posizione ed il fatto che ella fosse leggermente più bassa di me, non ...
    ... mi aiutò certamente a restare dentro di lei.
    
    “Non uscire, ti prego. Ne voglio ancora”.
    
    Allora la costrinsi a piegarsi nuovamente in avanti e questa volta si appoggiò con i gomiti al lavandino. Mi chiesi quando sarebbe andata in chiesa la prossima volta cosa avrebbe pensato o se si sarebbe confessata, ma non mi azzardai a chiederle niente. Forse un giorno lo avrei fatto, ma non certamente quel pomeriggio. Poggiai la mano destra sulle sue chiappe ed il mio pollice si insinuò in mezzo ad esse. Lo lasciai scendere un pochino finché non si fermò al suo orifizio.
    
    “E questo buco?”, le chiesi entrandovi leggermente con il pollice.
    
    “Che cazzo fai?”, mi urlò lei.
    
    “Mi chiedevo che farci con questo buco. Perché non usiamo anche questo?”, le chiesi ridendo.
    
    “Tu sei pazzo, toglitelo dalla testa e continua a spingere!”.
    
    “A me piacerebbe, solo che è un po’ stretto. Non ti va di sperimentare?”, le dissi spingendo dentro ancora un pochino il dito.
    
    “Togli subito quel dito. Mi fai male, smettila!”.
    
    Allora ubbidii. Tolsi il dito e continuai a spingermi dentro di lei. Rebeca si calmò e la sua eccitazione continuò a crescere. Sentii che avrebbe goduto a breve una seconda volta. Allora uscii dal suo corpo e le chiesi di sedersi sul lavandino.
    
    “Sei davvero una bella donna e vorrei vederti in faccia mentre ti scopo”, le dissi mentre lei si mise a sedere sul lavandino aprendo le cosce.
    
    “Vedo che sai essere anche gentile e romantico”.
    
    “Molto”, le dissi “sono un vero ...