1. Il pennarello


    Data: 10/04/2019, Categorie: Autoerotismo Autore: Premuroso88, Fonte: RaccontiMilu

    ... mani sui fianchi, lei ebbe un tremito e si slanciò quasi sulla mia bocca. Io mi scostai, le sussurrai all’orecchio “aspetta, fai fare a me”, le si rimise dritta con lo sguardo visibilmente dispiaciuto. Nel frattempo avevo posato le mie mani sui suoi glutei, che anche attraverso i jeans (sebbene non troppo spessi) sembravano morbidi al punto giusto, il mio pene si inturgidì pensando a quando il liquido doveva esserle colato in mezzo al sederino e al profumo che doveva essersi sprigionato. Sollevai la maglietta e le accarezzai la schiena, era liscia, vellutata, la sensazione piacevole mi sorprese quasi, mi aspettavo una pelle ruvida e non invitante, invece era perfetta. Allargai le mani sulla schiena e ritornai sul davanti, indugiando sulla fascia del reggiseno, infilando ora un dito sotto, ora salendo fin quasi nella coppa. La maglietta si alzò finalmente anche sul davanti, lasciando intravedere solo il suo ombelico e la chiusura dei suoi jeans. Quando feci per darle un bacio vicino all’ombelico lei si affrettò a sollevare la maglietta fino al seno, guardando con attenzione quello che facevo, mi colse di sorpresa, tanto che fui investito dal suo odore di donna acerba ma pronta per essere presa. Tremava, il mio respiro sul suo corpo le faceva quell’effetto, cominciavo a salire per scoprire il suo seno, ma sentì la maglietta cadermi sulla testa, pensai che doveva essere spaventata e forse le serviva un po’ di tempo, risedetti sul letto pronto a rassicurarla, ma quella si era in ...
    ... realtà sbottonata il jeans, e mi guardava, non resistetti “che c’è?” chiesi sardonico, “puoi baciarmi qui? ti prego” e con una mano scese nelle mutandine azzurre che avevo visto il giorno prima nella foto, “la porcella non le ha cambiate” pensai.
    
    Con un sorriso le poggiai di nuovo le mani sul sederino (stavolta toccando la sua pelle appetitosa) e cominciai a baciare, dall’obelico scendendo giù, prendendomi il mio tempo, sempre accarezzandole i glutei, ed ogni bacio le provocava un brivido. Arrivato al limite delle mutandine non le abbassai, ma continuai a baciare sulla stoffa, premendo leggermente via via che scendevo e sfiorandola con la lingua rendendo le sue mutandine leggermente trasparenti con la saliva. Lei sembrò impazzire, spingeva il suo inguine contro la mia bocca e io capii che quella per lei doveva essere una tortura. Io, sadico, smisi, mi alzai in piedi e tirando la sedia blu da sotto la scrivania dissi “Ora fammi vedere cosa facevi mentre pensavi a me ieri”, lei titubante disse “Mi vergogno” e io “Non devi, se devo prenderti voglio prima sapere cosa ti piace”.
    
    Lei abbassò lo sguardo, si sedette e sfilò scarpe, calze e poi jeans, alzando il sederino abbassò anche le mutandine, lasciandole infilate in una sola gamba, si vedeva che doveva aver ripetuto quei gesti centinaia di volte. Con gli occhi chiusi cominciò ad accarezzarsi con molta dolcezza, io vedendo la scena mi sbottonai i pantaloni e cominciai a toccarmi, avendo cura di fare meno rumore possibile, ...