1. 176 – Desirè violentata analmente


    Data: 10/04/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Incesti Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    ... poi rivolsi il mio sguardo verso la collina. Nascosta tra la foltissima vegetazione, si intravvedeva a malapena il tetto della parte più alta di villa Ferrari. Percorsi ancora un altro centinaio di metri e trovai il primo stabilimento balneare. Vi entrai, scesi una scaletta e vi trovai una piccola casetta, dove, dentro ad un vano aperto, stazionava un signore grassottello con addosso una canottiera banca. ”
    
    ‘Signorina buongiorno, mi dica”..’
    
    ‘Vorrei affittare un lettino ed un ombrellone””
    
    ‘In prima fila, ce n’è ancora uno libero, se lo vuole”’
    
    ‘Si, si, per me va benissimo, quanto le devo?’
    
    ‘Lei è già cliente qui??’
    
    ‘No, no, vengo da Milano e sono ospite del professor Ferrari, sto su in villa”’
    
    ‘Ah, lei è ospite del padrone di casa”’.’
    
    ‘In che senso scusi’..’
    
    ‘Questo stabilimento e quello a fianco sono di sua proprietà. Sono sempre stati della famiglia Ferrari’..’
    
    ‘Ah, ecco, non lo sapevo, comunque quanto le devo?’
    
    ‘No, no, niente, ci mancherebbe altro”’
    
    Insistetti un po’, poi vista la sua irremovibilità, decisi di accettare e un bel ragazzo aitante e muscoloso mi accompagnò al mio posto, chiedendomi di primo acchito il mio numero di cellulare. Naturalmente non glielo diedi e lui mi sorrise e mi disse che ci avrebbe riprovato.
    
    Mi svestii, sistemai per bene il mio bikini, mi sedetti sul lettino, presi dal mio beauty la crema ad alta protezione, me la spalmai su tutto il corpo e anche sul viso, poi, finalmente mi sdraiai supina a prendere ...
    ... il sole. Il primo vu cumprà arrivò da lì a cinque minuti, poi fu una processione continua che mi infastidì anche parecchio. Non acquistai nulla. Per Desirè Martini, era sconveniente comprare da un marocchino, almeno questo mi avevano insegnato i miei genitori ed io rispettosa dei loro dettami, li mandai via tutti senza dar loro il benché minimo contributo. Rimasi a rivoltarmi come una bistecca alla brace fin oltre mezzogiorno, poi mi andai a tuffare in mare, nuotai oltre le boe per vedere se riuscivo a scorgere la caletta di villa Ferrari. C’era in effetti un pezzo, dove la spiaggia e gli stabilimenti balneari terminavano e proseguivano poi, oltre un largo spuntone di roccia che si infilava direttamente in mare. Desistetti e ritornai indietro, ma rimasi comunque convinta che la caletta incriminata fosse proprio dietro a quell’enorme masso e a quella foltissima vegetazione. Tornai in spiaggia mi rimisi al sole ad asciugare e verso le tredici decisi di andarmene via. Salutai e ringraziai sia il ragazzo, sia l’uomo che mi aveva accolta e ripercorsi in senso inverso la strada fatta al mattino. Risalii la china e mi trovai finalmente lungo il viale alberato circondato da prati e piante di tutti i tipi, che conduceva al cancello della villa. Suonai e il buon Ludovico accorse ad aprirmi. ”.
    
    ‘Signorina Desirè, ci stavamo preoccupando, vada a cambiarsi, Marina l’aspetta per iniziare a pranzare.’
    
    ‘Grazie Ludovico, faccio in un minuto”.’
    
    ‘Faccia con comodo signorina”’
    
    ‘Ok, ...
«1234...9»