1. 176 – Desirè violentata analmente


    Data: 10/04/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Incesti Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    ... nuovamente a letto. Rimasi a poltrire fin verso le diciassette, poi, lo sbattere di un anta delle persiane mi svegliò, fuori c’era il vento e mi accorsi che il cielo s’era annuvolato e il sole si nascondeva dietro ad una coltre spessa e scura di nubi minacciose. Addio passeggiata al mare. Mi rammentai in quel momento di quel giubbotto interamente bianco con un’ancora blu disegnata sulla manica destra e il logo della ‘Navigare’ su quella sinistra. Aprii l’armadio e lo trovai, aveva il cappuccio e così mi infilai le mutandine e il reggiseno, dei jeans bianchi e le scarpe da ginnastica anch’esse bianche. Completai l’abbigliamento con una maglietta blu della ‘Wildfox’ in jersey trasparente e con il giubbotto in mano, dissi a Ludo che uscivo e lui, vedendomi armata di giubbetto antipioggia, si limitò a salutarmi cordialmente.
    
    Percorsi il viottolo a sinistra e mi affacciai alla balconata che dava sulla caletta e sul mare.
    
    Percepii sulle braccia nude le prime gocce di pioggia e indossai il giubbotto impermeabile tirando su anche il cappuccio. La scogliera che abbracciava con le sue fredde e scure braccia la caletta, pareva essere una madre che premurosamente avvolge suo figlio per proteggerlo dalle minacce altrui. Nuovamente ebbi l’impressione chiara e netta, della pace assoluta, si udivano a malapena i versi dei gabbiani e lo sciabordio della marea che batteva contro le rocce impervie. Decisi di scendere ancora, mentre il mio corpo veniva massaggiato dal tambureggiare ...
    ... incessante della pioggia che ora s’era fatta più intensa.
    
    Dopo gli scalini in cemento approdai finalmente in quel meraviglioso anfratto sabbioso, mi infilai sotto la caverna, abbassai il cappuccio, mi sedetti in terra e rimasi in religioso silenzio ad ammirare lo spettacolo del mare bucato sulla superficie da migliaia di grosse gocce d’acqua che cadevano violente dal cielo nero. Un atmosfera irreale avvolgeva la piccola insenatura, come se in quel posto tutto fosse fuori dal tempo e dallo spazio. Nonostante la pioggia l’aria era comunque calda, mi toccai la fronte e mi accorsi ch’era imperlata di sudore. Mi sfilai il giubbotto e lo posai su una sdraio che stava appoggiata al muro. Mi lasciai prendere dall’entusiasmo e mi spogliai completamente, quindi sotto l’acqua battente mi infilai in mare. Sensazione incredibile sentire l’acqua caldissima, mi parve d’essere dentro alla vasca da bagno, in quel luogo il vento non lo si sentiva e i cavalloni che si intravedevano lontani si muovevano verso la spiaggia più aperta. Nuotai per qualche decina di metri poi rimasi a mollo con il capo fuori, muovendo appena appena i piedi per rimanere a galla.
    
    Dopo una decina di minuti decisi di tornare indietro e nuotai verso la spiaggia. Quando arrivai a posare i piedi sulla sabbia mi accorsi che non c’erano più i miei vestiti. D’istinto guardai in alto e sulla balconata il viso cattivo e canzonatorio di Max”
    
    ‘Se vuoi i vestiti devi fare una bella cosa per me, ci stai???’
    
    ‘Buttameli giù ...
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