1. 26 anni, vergine


    Data: 05/04/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: MakuMah, Fonte: EroticiRacconti

    ... pericolo per la mia reputazione di ragazza perbene, tutta casa chiesa e acr, non lo avrei mai incontrato per strada arrossendo di vergogna, soprattutto se questo fantomatico incontro hot si fosse rivelato un disastro. E così programmammo tutto al dettaglio: giorno, orario, luogo, tutto. E lì a fantasticare se l’intesa nata nei mesi sarebbe sopravvissuta al faccia a faccia…e temere che tutto l’erotismo potesse svanire.
    
    Gli confessai il giorno prima di vederci che tutto ciò che gli raccontai nei sms non era vero e che in realtà, nonostante avessi appena compiuto i 26 anni, ero vergine. Non fu un problema per lui, anzi, l’idea di sverginarmi lo faceva sentire ancora più virile. E così, senza pensare a rischi e conseguenze, l’indomani presi quel treno per Milano.
    
    Lui arrivò per primo. Mi aspettava trepidante e oggi so perché mi riconobbe subito: aria spaurita e disorientata, abbigliamento decisamente adolescenziale con quella magliettina rosa, jeans e scarpe da tennis. Abbigliamento decisamente vergine! Se lui, nonostante l’aspetto, si dimostrò timido ma molto interessato, io invece al vederlo mi sentii certa di tornare a casa con la verginità ancora in tasca! Prendemmo la metro per il centro, chiacchierammo per rompere il ghiaccio, una seconda colazione in un bar, un giretto al Duomo. Fu li sulla piazza che lui mi bloccò su una parete, mi annusò sul collo e me lo bacio delicatamente sussurrandomi: “Andiamo in albergo? Te la senti?” il fiato di queste parole sussurrate ...
    ... solleticò il mio collo e mi fece provare un brivido di eccitamento. Confusa, mi limitai ad annuire… l’aspetto non mi aveva colpito, ma il suo fiato sul collo, i baci delicati, i brividi ad occhi chiusi fecero liberare la mente dalla razionalità.. eravamo noi! Ero frenata in verità dall’idea dell’albergo, della camera a ore, da cosa poteva pensare quello della reception quando consegnai i documenti, a cosa cazzo stavo facendo, con chi cazzo ero…Ma tra un pensiero e l’altro eccoci davanti la porta della camera. Ancora me la ricordo : numero 235, penombra, l’odiosa moquette a terra, il letto con la trapunta damascata verde bosco. Mentre mi guardavo intorno attonita lui venne dietro a me, mi scostò i capelli da un lato, mi baciò il collo con delicatezza passando le sue mani lungo le mie braccia forse per limitare la mia tensione. Io chiusi gli occhi e decisi che si, quelle cose che stavano accadendo mi piacevano e le volevo. Lui mi strinse i seni, ondeggiando dietro di me così che riuscivo a sentire crescere la sua virilità. Vidi la lampo scendere e la maglietta lasciar sbocciare i miei seni vergini, protetti da un velo di pizzo nero con una fibbia di strass che chiudeva le coppe del reggiseno. Le sue mani erano già scese a slacciare i miei jeans, lo aiutai e me li abbassai. Mi piegai per sfilarli del tutto, sicuramente non voleva essere provocante la cosa, ma pensandoci adesso che son passati 20 anni credo che con quel gesto e la visione che ne derivò lo feci impazzire: una giovane, ...
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