1. Una donna per amico. Io, Daria e i fantasmi.


    Data: 22/09/2017, Categorie: Sentimentali Autore: Lucido De Lirio, Fonte: EroticiRacconti

    ... certo punto mi appare diverso, con alberi molto giovani. Ho una sensazione di paura. Di presenze oscure, nascoste e sinistre.
    
    Guardo Daria e anche lei mi appare diversa. Ma lei non ha paura, no. È serena, di quella serenità che può avere solo chi non ha più nulla da temere.
    
    Si volge, con una luce celestiale negli occhi e mi fa:
    
    - Diego! O mio amato e diletto Diego. Finalmente possono i miei occhi vederti, le mie braccia stringerti, la mia bocca parlarti.
    
    - Isabella! Tutte le parole finora scritte non rendono giustizia alla tua bellezza e all’amore che mi strugge per te.
    
    Ci abbracciamo e le nostre bocche avidamente si cercano. Le lingue violano le labbra e penetrano intrecciandosi e suggendo sapori desiderati da secoli.
    
    Le mani si insinuano, avide di contatti sensuali, sotto i vestiti. Ben presto ce ne liberiamo e nudi ci rincorriamo nel bosco.
    
    Un giaciglio d’erba sembra essere stato approntato apposta per noi, come una naturale alcova.
    
    Ci rotoliamo sopra. Avidamente le succhio i seni e con le dita la penetro, godendomi il suo umido calore.
    
    Mi accarezza e scivola con la sua mano ad afferrarmi il membro. Sospira e si china a leccarlo e succhiarlo. Dalla delicatezza passa in breve alla voracità. Ora lo ingoia famelica e, tenendomi per i fianchi, lo spinge sempre più in fondo alla gola.
    
    Mi giro e la mia bocca si avvicina ad assalire la sua vagina. È calda, odorosa e bagnata. Lecco e assaporo con voluttà. Labbra, clitoride. M’inebrio bevendo quel ...
    ... nettare dal sapore unico, speciale.
    
    - Prendimi, Diego. Adesso finalmente voglio essere tua.
    
    Non me lo faccio ripetere. Non aspettavo altro. Sono su di lei e la penetro, pervaso da una voglia spasmodica.
    
    La posseggo con una foga quasi parossistica.
    
    Ci giriamo. Mi distendo io sotto:
    
    - Vieni Isabella! Calati sulla mia asta come una vela sull’albero di una barca. Quella vela che tanto anelavi vedere, ora sei tu.
    
    Lei mi cavalca, fa scorrere il pene nella sua vagina, impalandosi, e si erge allargando le braccia, proprio a simulare l’apertura di una vela. Poi spinge e ruota col bacino per sentirlo muovere dentro di sé.
    
    Urla liberando il desiderio represso.
    
    Urlo anche io, Urliamo come se il mondo fosse solo nostro. In quel momento è solo nostro, è un mondo a parte, sospeso nel tempo solo per noi. Sospeso per tutto il tempo che ci serve a saziare la fame feroce che si è impadronita di noi.
    
    Godiamo insieme, urlando e fremendo. Scarico il mio caldo seme dentro di lei che se ne bea. Lo sento mischiarsi con i suoi umori e impregnare i nostri sessi ancora uniti. L’estasi ci travolge.
    
    Si accascia su di me e mi bacia. La stringo come fosse l’ultima cosa bella della mia vita. Alterniamo i nostri respiri affannosi a interminabili baci.
    
    Mi scuote. Mi sveglia. Ha recuperato i vestiti e dice:
    
    - sono le cinque. Abbiamo dormito quasi due ore.
    
    Ci rivestiamo.
    
    - Daria, non so è … come un sogno. Ricordo tutto, ma come se non sia stato io.
    
    - anche io … è stato ...