1. A spasso nel tempo


    Data: 26/02/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: Raccontando, Fonte: Annunci69

    ... opposta a quella del camino. Una famiglia composta da padre, madre, un ragazzo tre donne e due bambini. La bellezza del giovane non passò inosservata. Era la luce dell’intero dipinto. Capelli ricci e lunghi, che cadevano sulle spalle, facevano da cornice a due profondi occhi verdi. Il suo sguardo era virile come quello del padre seduto su una poltrona. Anche lui doveva esser stato bello da giovane e, nonostante la vecchiaia che emergeva dal disegno, si potevano facilmente individuare i segni di un’antica bellezza.
    
    «Quello dev’essere ser Gismondo» dissi io, rompendo il silenzio. Ognuno di noi fece dei commenti apprezzandone la bellezza. Fu la volta di Giorgio:«ehi Gabriele non ti farai una sega guardando il ritratto di questo damerino no?» Stavo per rispondere quando un grido forte, disperato, riempì la sala. Ci ammutolimmo tutti e la paura ci invase. Poi di nuovo un lamento angoscioso, folle, disumano, talmente forte da sembrare essere stato emesso a pochi centimetri da noi. Poi dei passi che correvano veloci, ne sentivamo l’eco, sempre più vicini… Scappammo tutti. Raggiungemmo la porta principale e la spalancammo. Ormai era quasi buio e si vedeva appena. Io ero l’ultimo e, proprio quando stavo per uscire, fui bloccato da Giorgio che mi spinse dentro col braccio e chiuse la porta dicendo: «passerai la notte qui, brutto frocio di merda». Quando la porta fu chiusa non sentii più nulla. Provai ad aprirla ma era bloccata. Sbattei i pugni sulle ante gridando disperatamente, ...
    ... ma come risposta ricevetti solo un assordante silenzio. Possibile che i miei amici mi avessero abbandonato? Nessuno provava ad aprire. Solo successivamente scoprii la verità, ma intanto restai solo nell’antico castello. La paura si impadronì completamente del mio corpo. Mi piegai sulle gambe attaccato alla porta. Poi sentii nuovamente i passi; ormai erano vicini. Alzai lo sguardo e lo vidi. Una figura perlacea che spaccava il buio mi guardava triste e sommessa. Argenteo come la luna, sconfiggeva le tenebre che erano attorno. Lunghi capelli ricci cadevano sulle sue possenti spalle. Alto e imponente, indossava un abito aderente con una gorgiera. Si avvicinò sempre di più.
    
    «Goffredo sei tu?» Mi guardava e piangeva. Poi mi tese la mano. Di istinto la afferrai e divenne tutto buio!
    
    Mi risvegliai su di un pagliericcio messo a terra. Faceva un freddo incredibile e le mie membra erano tutte intorpidite e doloranti. Un caminetto acceso era l’unica fonte, ahimè vana, di calore. Nella grande stanza in pietra c’erano delle finestrelle chiuse da travi di legno lerce e malandate. Da una di esse riuscii ad intravvedere uno sprazzo di cielo. Era l’alba. Quando i miei occhi ebbero messo a fuoco l’ambiente, scorsi tanti altri pagliericci su cui molta gente dormiva. Altre persone erano già in piedi. Indossavo dei pantaloni larghi di un tessuto che non conoscevo ma che mi causava un prurito fastidiosissimo, una camicia bianca e logora, con sopra una giacca di lana pesante. Ero sporco e, ...
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