1. Appuntamento involontario


    Data: 06/11/2017, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... baciandolo. Mi rialzai e lo baciai sulle labbra adagio, visto che lui era rimasto senza parole, evidentemente era la sua prima volta in quel senso. Naturalmente la fine della serata fu un po’ imbarazzate, per il fatto che senza neanche finire di cenare se ne andò con la scusa che fosse tardi.
    
    Nei giorni successivi mi sentii uno schifo, provavo ribrezzo, avvertivo una bizzarra ripugnanza, non avevo il coraggio di guardarmi allo specchio e non mi sentivo a posto con me stessa, perché sentivo d’aver fatto qualcosa di sbagliato, di smisuratamente scorretto e sconveniente. Giacomo non lo rividi per qualche giorno e questo mi fece andare ancor più in avvilimento, in sconforto, perché sentivo che questa sua assenza era stata per l’appunto una dimostrazione e un segnale che ciò che avevamo compiuto non era stato giusto né onesto. Io motivavo il tutto con la scusa dell’alcool che avevamo ingerito entrambi dell’euforia della novità, finché un giorno bussarono alla porta. Io ero in bagno che mi lavavo e sentii bussare forte, evidentemente avevano prima suonato per bussare ora in quel modo così energico, uscii di corsa dalla doccia con i capelli bagnati, infilai l’accappatoio al volo e corsi in cucina strofinando i capelli per far assorbire l’acqua. Quando aprii la porta rimasi a bocca aperta con il buongiorno che mi morì in gola, perché davanti a me affascinante più che mai c’era Serafino lo zio di Giacomo. Io lo squadrai dalla testa ai piedi con un insolito entusiasmo e ...
    ... un’impertinenza che non mi era abituale. Portava un completo grigio molto raffinato con una con camicia e cravatta, giocava con svogliatezza con le chiavi della macchina e mi guardava dall’alto in basso forse un po’ frastornato dal mio abbigliamento poco adatto al ricevimento d’una persona. Mi resi conto soltanto alla vista del suo sguardo critico che avevo allacciato alla meglio l’accappatoio, senza curarmi più di tanto se gli incroci erano al posto giusto. Abbassai lo sguardo e vidi che si era aperto lasciando intravedere la piega del seno prosperoso, io m’affrettai per richiudere stretti i lembi dell’accappatoio, bisbigliando finalmente il buongiorno e facendomi da parte lo invitai a entrare.
    
    All’inizio lui rimase un po’ sulle sue manifestando un po’ di freddezza, perché mi disse che era venuto per parlarmi di Giacomo, che da qualche giorno aveva un atteggiamento che non era dei suoi abituali. Io mi sentivo in dovere di dichiarare la verità, vista tutta la sua gentilezza e la disponibilità che m’aveva offerto, allora l’invitai a sedersi e gli offrii qualcosa da bere che gentilmente declinò, quindi spiegai ciò che era successo con Giacomo, senza scendere nei particolari. Lui rimase in silenzio ad ascoltare fissando le punte delle sue scarpe, mi fece finire il discorso, dopo di che si girò a fissarmi in silenzio. Io rimasi meravigliata, perché credevo di risolvere raccontando ciò che era successo, ma nell’istante esatto in cui mi guardò capii d’aver sbagliato tutto. Era evidente che ...
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