1. Appuntamento involontario


    Data: 06/11/2017, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... posto. A chi mi sarei rivolta? Come avrei potuto fidarmi di chicchessia, per risolvere il problema senza il timore d’essere abbindolata e fregata? Come avrei potuto pagare i danni? Insomma, con questi pensieri oscuri che mi mulinavano e che m’appannavano la mente io ero già arrivata dal carrozziere, soffiavo girando nervosamente intorno alla macchina, mi grattavo in testa, quando una voce mi distrasse da tutto il mio futuro rovinato da un tamponamento, mi sentii inaspettatamente esclamare:
    
    ‘Signorina, salve, io sono lo zio di Giacomo, mi spiace per l’incidente, si tranquillizzi, perché ripareremo ben presto in modo adeguato il danno’.
    
    Io mi girai per guardarlo e m’apparve davanti un uomo molto accattivante e coinvolgente, forse sui quarant’anni d’età con la carnagione olivastra, gli occhi bellissimi, il mento graziosamente pronunciato con una pelle luminosa. Io articolai qualcosa senza chiarezza né linearità alcuna, affascinata nell’osservare la pelle liscia evidentemente rasata di fresco, il naso irregolare e quegli occhi così espressivi e profondi, un po’ stempiato e con gli occhiali, con un bel fisico rivestito da un elegante abito grigio, nel tempo in cui io incespicavo la seguente espressione:
    
    ‘Non s’impensierisca né si crucci oltremodo, non c’&egrave necessità, me la sbrigo per conto mio’.
    
    In quella circostanza io m’accorsi distintamente che già mi prudevano le pupille in maniera detestabile, perché sentivo che stavo per mettermi a piangere e non volevo, ...
    ... eppure tutto ciò accadde, giacché non potei farci nulla, perché continuando a balbettare le lacrime dovute al nervoso accumulato e alla paura di non farcela iniziarono a scendere abbondanti, fu in quell’istante che mi sentii affettuosamente comunicare:
    
    ‘Signorina la capisco, non si disperi, vedrà che appianeremo e sistemeremo la faccenda nel migliore dei modi, non si allarmi né si turbi più di tanto’ – in quell’attimo mi venne distintamente la tentazione di mandarlo coscienziosamente al diavolo.
    
    Nel frattempo Giacomo si era avvicinato, iniziò a chiedere scusa anche lui che peggiorò nondimeno le cose, giacché io mi lasciai andare in un lamentoso e rovinoso pianto che mi fece vergognare non poco. La questione fu risolta molto in fretta e l’affascinante zio di Giacomo si preoccupò di tutte le faccende, macchina compresa, senza lasciarmi dire né fare nulla. S’occupò altrettanto della riparazione presso un suo carrozziere di fiducia e addirittura s’offrirono di prestarmi un mezzo di cortesia, giacché li avevo informati che non avevo altri mezzi e che ero da poco arrivata in quella città per un nuovo lavoro. Le cose si susseguirono così velocemente che neanche me ne accorsi, dato che feci amicizia con entrambi, Giacomo in particolare me lo trovavo fuori dall’ufficio pronto per offrirmi dei passaggi verso casa, anche se non abitavo molto lontano. Lui mi chiamava la domenica per sapere se volessi uscire, io avevo ostinatamente rifiutato, finché una domenica sera mentre passeggiavo ...
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