1. Moana, vita da spogliarellista.


    Data: 06/02/2019, Categorie: Erotici Racconti Etero Autore: Stephan_Zanzi, Fonte: RaccontiMilu

    ... &egrave tutta questione di cash. Capisci? Tu invece no. Si vedeva che eri in imbarazzo. Si vedeva che non eri a tuo agio.
    
    – Eh già.
    
    – Vuoi un passaggio?
    
    Non avevo altra scelta. Berni non rispondeva. L’unica cosa che potevo fare era accettare quel passaggio da quello sconosciuto.
    
    – Ok, ma non si metta strane idee in testa.
    
    Bella macchina, davvero. L’uomo aveva una bella Mercedes, grigio metallizzato, e dentro era tutta pulita, profumata, con l’alberello profumato che dondolava sullo specchietto. Bella macchina, davvero.
    
    – Una sciocchezzuola ‘ mi disse e con la mano del cambio mi accarezzò una coscia. ‘ Chissà, magari se saprai gestire bene il tuo denaro, un giorno ne avrai una anche tu.
    
    Sì, chissà. Può darsi. La mano ritornò sul cambio e la macchina andò dritta verso la variante. L’amministratore delegato parlava molto, gli piaceva parlare, e farmi domande, e chiedermi perché avevo deciso di fare quel lavoro, da dove venivo, chi erano i miei genitori, quanti anni avevo. E per quanto nelle mie possibilità cercai di dargli delle risposte molto dettagliate, più che altro per perdere tempo, perché la strada era ancora lunga.
    
    – Diciotto anni? ‘ mi chiese. ‘ Pensa un po’, ho una nipotina della tua stessa età. Certo, lei non si esibisce negli strip bar. Lei &egrave iscritta alla facoltà di medicina.
    
    Per fortuna eravamo quasi arrivati. Non lo sopportavo più. Vedevo la linea ferroviaria che costeggiava il quartiere dove vivevo. Eravamo quasi arrivati; ...
    ... bastava andare un pochino più avanti ed era fatta, e invece cominciò a rallentare.
    
    – Aspetti un attimo. Cosa diavolo sta combinando? Perché sta accostando qui, in questo spiazzo?
    
    Le ruote calpestarono il selciato e le foglie secche, facendo scricchiolare tutto. Poi lui spense il motore e mi guardò per qualche istante. Mi sorrise appena, e poi si abbassò la lampo dei pantaloni, facendo venire fuori il suo cazzetto moscio e rugoso.
    
    – Ma cosa fa? Lo rimetta dentro, per carità.
    
    – Che fai, non me lo dai un bacetto della buona notte, prima di rientrare a casa? ‘ mi chiese.
    
    – Non mi sembra il caso.
    
    – Ma come, io ti ho accompagnata fin qui, e questo &egrave il tuo modo di ringraziarmi? Dai, solo un bacetto.
    
    – Ehi, io non le faccio queste cose. Io sono fidanzata – gli mostrai l’anello di fidanzamento che portavo all’anulare della mano destra.
    
    – Ho capito. Cinquanta vanno bene?
    
    – Cinquanta? Cinquanta non so che farmene. Ma neanche cento. Neanche per tutto l’oro del mondo. No no, non se ne parla.
    
    – Duecento?
    
    Sarei potuta scendere e farmela a piedi, tanto ero quasi arrivata, però la tentazione di provare quella sensazione era davvero forte. La sensazione di darmi via per denaro. Non l’avevo mai fatto, e adesso mi avevano appena fatto una proposta. Cosa si provava a fare un lavoro di bocca per denaro? Ero davvero curiosa di vedere come mi sarei sentita dopo. E soprattutto l’offerta non era affatto male. Duecento euro. Cavolo, quanta roba ci potevo comprare con ...
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