Moana, vita da spogliarellista.
Data: 06/02/2019,
Categorie:
Erotici Racconti
Etero
Autore: Stephan_Zanzi, Fonte: RaccontiMilu
... cominciato alle dieci, e quindi la vidi ritornare in camerino per mettersi un vestito adatto allo show. Aveva indossato il pezzo di sopra di un frac e un cappello a cilindro, e poi aveva cambiato perizoma, adesso ne aveva uno di lattice nero. Salì sul palco, e tutti cominciarono a scalpitare, a invocare il suo nome, volevano vedere il suo cazzo. E allora cominciarono a infilarle i soldi nelle mutandine, e cercavano di toccarglielo. Jay c’aveva molta passione.
– Jay, faccelo vedere! ‘ urlavano dalla platea.
E Jay si sfilò il perizoma e zac! Fece uscire quella proboscide fuori. E tutti a esultare, osannare, in ginocchio. Che meraviglia. Jay era una professionista del settore! Questo potevo dirlo tranquillamente.
Continua…
Link al racconto:
http://paradisodisteesabri.blogspot.it/2015/07/biancaneve-strip-bar.html Fuori allo strip bar era tutto buio e i clienti cominciavano a uscire, e alcuni mi guardarono, mi fecero i complimenti: “sei stata bravissima, brava”. E io: “grazie grazie, è stato il mio primo giorno”. E loro: “però sei stata brava. Sei bellissima”.
Zio Giuliano mi vide e mi chiese se avevo bisogno di un passaggio, ma io gli risposi che avrei telefonato a Berni per farmi venire a prendere con la macchina. Allora lui mi baciò le guance e se ne andò. Così chiamai Berni, il mio fidanzato, ma non ci fu niente da fare. Aveva il telefono staccato. Ero davvero nei guai, cominciai a chiedermi come avrei fatto a ritornare a casa.
Vidi andar via le ...
... mie colleghe. Jay fu l’ultima ad uscire, e mi chiese come avrei fatto a tornare a casa.
Che carina, si preoccupava per me. Era molto gentile. Non lo so, in qualche modo avrei fatto.
– Vieni a dormire da me ‘ mi disse. ‘ Abito qui a due passi. Prendiamo un taxi e siamo da me in cinque minuti.
– No grazie, devo assolutamente tornare a casa, sennò i miei genitori si preoccupano. Non vogliono che rimanga fuori tutta la notte.
– Sei un amore. Ecco, prendi il mio numero di telefono. Se non riesci a raggiungere casa, chiamami, che ti vengo a prendere e ti faccio dormire da me.
E così vidi Jay allontanarsi; un taxi passò a prenderla e non la vidi più. L’ultimo cliente uscì dallo strip bar; un uomo di una cinquantina d’anni. Anzi, forse di più. Forse aveva anche passato i sessanta. Giacca e cravatta, di sicuro un professionista, uno che lavorava, uno che faceva l’amministratore delegato o qualcosa del genere. Uno che stava per tornare dalla moglie che stava dormendo col pigiamone imbottito. Mi guardò, si accese una sigaretta e sorrise.
– Tu sei quella nuova ‘ mi disse.
– Sì, sono quella nuova.
– Beh, complimenti davvero. Non sei niente male.
– Grazie.
– E poi ‘ste Moldave, ‘ste Rumene, hanno un po’ rotto i coglioni. Lavorano con freddezza, con meccanicità, non so se mi spiego.
– Meccanicità?
– Sì, per loro stare nude o stare vestite davanti agli uomini è la stessa cosa. L’importante è che gli dai i soldi. Capisci?
– Sì, capisco.
– ...