1. L'attesa


    Data: 27/01/2019, Categorie: Etero Autore: inception, Fonte: EroticiRacconti

    L’ora dell’appuntamento era stata fissata per le 19.45 al solito locale.
    
    Il nostro preferito, intimo e rustico, nascosto al caotico traffico cittadino, tra le contrade e i palazzi del ‘500. Dove i rumori vengono attutiti e i raggi del sole faticano ad entrare anche in pieno giorno.
    
    Insomma, il classico locale che se non sai che esiste non lo trovi, l’ideale per noi, due selvatici poco inclini al contatto umano.
    
    Il locale è delizioso.
    
    Prendo posto sulle sedie di ferro battuto, emettendo un lungo sospiro con il quale mi lascio scorrere addosso il peso di una spossante giornata di lavoro.
    
    L’oste, un omone sulla sessantina, dai lunghi baffi che si allargano sul suo faccione mi si avvicina con fare circospetto, sicuramente sta per chiedermi se sono sola e se consumo subito.
    
    Lo anticipo rispondendogli che sono in tremendo anticipo sull’orario e che ti sto aspettando.
    
    Si offre subito di portarmi un analcolico e due patatine, “giusto per ingannare l’attesa” mi dice, facendo comparire un sorriso dolce e paterno sul suo viso rugoso. Ringrazio accettando soddisfatta della sua galanteria.
    
    Per poi richiamarlo e chiedergli di portarmi anche una porzione di tiramisù, l’omone mi guarda titubante,
    
    «Una porzione di tiramisù»
    
    Ripete mentre se ne va.
    
    Chissà perché tutti i camerieri o chi per loro, hanno lo stracazzo vizio di ripetere ciò che gli viene ordinato, penso sia per accertarsi di non fare errori e per dare il tempo a noi “ordinanti” di metabolizzare ...
    ... ciò che abbiamo appena chiesto, ma così facendo fanno venire i complessi al consumatore, “Una porzione di tiramisù” che a me consumatrice, arriva come un: “minchia bella, ma ti rendi conto che sono le sette di sera, dovresti ordinare un aperitivo o un primo piatto se sei così affamata, e non un dolce ipercalorico che ti scombussola lo stomaco fino a domani a pranzo!” e tu resti come un ebete a farti millemila paranoie. Non capirò mai questi camerieri-psicologi, mi dico.
    
    Una volta sola, dó una controllata veloce al cellulare, l’ultimo tuo messaggio mi avvisa che tarderai qualche minuto.
    
    Lasciandolo cadere sul tavolino, mi abbandono scomposta sulla sedia, facendomi cullare dal fresco di questa via.
    
    L’ odore di umido e muffa che si espande dalle cantine interrate si mischia al profumo di pietanze che esce dagli appartamenti tutt’intorno. In sottofondo, il vociare di televisioni si unisce alla musica intima che esce dal locale.
    
    Sospiro gustandomi questi rumori, questi profumi così familiari, intimi, evocativi.
    
    Nel frattempo Mario non si è fatto attendere troppo, rifocillandomi e sparendo dalla mia vista con la stessa velocità con la quale era comparso.
    
    Guardo l’ora, 19.10.
    
    Sono davvero in anticipo, impaziente mi guardo attorno. Scruto gli altri avventori del locale, gustandomi il mio dolce, con tutte le paranoie del caso…
    
    Nonostante sia decisamente fuori mano, il dehor è comunque quasi pieno. Collocati tra i vari tavolini, vi sono diversi vasi con piante di ...
«1234...»