1. Serena cap3


    Data: 21/01/2019, Categorie: Anale Dominazione / BDSM Hardcore, Autore: MisAlys, Fonte: xHamster

    ... provare quelle nuove.
    
    Giunti davanti a lui, alzò lo sguardo, strabiliato. Ciò che vide fu un’ampia scollatura, la camicetta aperta fin quasi a mostrare le areole rosa… meraviglioso…
    
    Marco prese la parola.
    
    “No, no… che fa” disse rivolto a lui “ci pensa Serena ad aiutarla…” e con una piccola pressione sul braccio, le fece capire di inginocchiarsi.
    
    Uno sguardo di fuoco di lei, rabbioso, ma ancora una volta eseguì, piegandosi al volere del suo capo.
    
    Il giovane non aveva parole. La bella donna che gli stava davanti in ginocchio gli stava sbattendo praticamente le tette in faccia… Prendeva una scarpa dalla s**tola, piegandosi leggermente, e con quel movimento il seno destro fu visibile fino al capezzolo… E non faceva nulla per evitarlo! Non si chiudeva la camicia… che puttana, pensò… Mentre l’umo che stava dietro seguiva il tutto sorridendo.
    
    Serena non osava alzare gli occhi. Sapeva che spettacolo stava dando. Si muoveva in fretta, ma sembrava che non finisse mai. Non c’era modo di evitare certi movimenti, e quindi cercare di non esporsi ulteriormente… maledetto Marco… maledetto…
    
    Quand’ebbe finito, si rialzò di s**tto.
    
    “Le sento bene” disse il ragazzo, che adesso manteneva un atteggiamento scanzonato… la sua espressione dimostrava quanto sentisse disponibile la donna. Del resto, perché offrirsi a quel modo, se non per volere qualcosa di più?
    
    “Mi fa piacere….” Mormorò lei “Vengono 140 euro… le desidera?”
    
    Il cliente, divertito, le guardò la ...
    ... scollatura, rispondendo “certo”.
    
    Serena si fece rossa, chinò il capo e fece per indietreggiare. Marco però la prese per il braccio e la inchiodò sul posto.
    
    “Siamo lieti che le piacciano… se le acquista, da domani avrà diritto ad un piccolo sconto aggiuntivo sui jeans… e Serena sarà felice di aiutarla, in tutto .” Continuò il maledetto, indirizzando uno sguardo complice a quel ragazzo, che si stava dimostrando porco quanto non mai, pensò lei.
    
    Per forza, pensò… chi gli ha fatto intendere di essere disponibile… maledizione!!
    
    “Sì!!” rispose il cliente, veloce “le acquisto, poi passerò anche per jeans” e guardò Serena aggiungendo “mi servono proprio…”
    
    Marco si era gustato il siparietto fino a quando il giovane pagò e uscì dal negozio.
    
    Distrutta, Serena crollò sulla sedia, dietro il bancone. Aveva voglia di piangere. Prima però doveva ricoprirsi, le mani andarono ai bottoni.
    
    “No.” La bloccò Marco.
    
    Non poteva dire di non aspettarselo. Non dopo quella stupida esibizione. Artigliò il bancone, stando seduta, fremente.
    
    “Io giuro che te le farò pagare tutte… tutte Marco…” sibilò lei.
    
    “Sì, sì” disse svogliato lui, facendo il giro del bancone. La mano andò tra i capelli, e bastò una minima pressione per farla alzare e sospingerla contro il mobile, il seno che andava ad appoggiarsi sul piano di lavoro.
    
    In Serena tornò la paura. Il bancone era situato in fondo al negozio, un cinque metri distante dalla porta d’ingresso, ma certo lei non diveniva invisibile per ...
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