1. 120 – Maria i suoi cinque stupratori, e suo figlio…


    Data: 03/11/2017, Categorie: Etero Incesti Sesso di Gruppo Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    ... presentò una ragazzina, forse sua coetanea e con la scusa dello studio se la portò in camera sua. Era un pomeriggio di Aprile, le temperature cominciavano a salire, specie nelle ore pomeridiane e io mi misi fuori casa seduta a prendere il sole in costume. Allora avevo trentasette anni e fisicamente mi ero mantenuta bene, ero come una di quelle macchine ancora in buono stato solo per il fatto di essere stata usata poco. E in effetti il mio maritino non eccelleva certo in passione e in desiderio di fare sesso sfrenato ed io sembravo ancora una donna più che piacente. Nel silenzio chiusi gli occhi e mi rilassai, poi una risata cristallina, una voce femminile mi entrò nelle orecchie. Incuriosita mi alzai e mi avvicinai alla finestra che dava nella camera di Luca, le tendine erano scostate e la scena che vidi mi turbò moltissimo. Beh, erano bellissimi entrambi, lei seminuda seduta sul bordo del letto, con le gambe aperte e lui inginocchiato sullo scendiletto che gliela leccava. Ogni tanto sputava qualche pelo e poi ricominciava, dai loro gesti inesperti e impacciati si capiva che forse per loro era la prima volta. Mio figlio, a torso nudo, indossava ancora i jeans e lei aveva la camicetta sbottonata sul davanti con le tettine nude, la gonna sollevata a vita, senza le mutandine che giacevano buttate un po’ più in là sul pavimento. Rimasi a guardare eccitata, lui forse per evitare di consumargliela smise di leccarla, e si alzò in piedi, lei scese dal letto, poi li vidi parlottare ...
    ... e quindi lui si avvicinò alla porta della camera e la chiuse a chiave. Fortunatamente non si preoccupò della finestra che dava sul cortile e si avvicinò nuovamente a lei che intanto si era sfilata la camicetta e stava tirando giù la zip laterale della gonna. Era un bocciolo, una bellezza che faceva mancare il fiato pure a me che lesbica non ero. Le piccole mammelle sodissime e saldamente incollate al suo corpo, le aureole rosee e i capezzoli dritti e duri come delle fragole di bosco. La pelle bianchissima, i fianchi ancora acerbi ma abbastanza pieni, il monte di venere coperto da un fittissimo bosco nero che si incuneava fra le sue gambe. Mi soffermai a guardarla in viso, era veramente una bambolina di bisquit, faceva tenerezza e suggeriva anche libidine e desiderio. Vidi il culetto nudo di mio figlio che intanto si era liberato di tutti gli indumenti. Percepii la sua impazienza, lei si sdraiò sul letto e lui teneramente le accarezzò tutto il corpo, lo faceva sfiorandola appena, quasi temesse di rovinarla, di guastare la sua fantastica perfezione. Lui, finalmente si inginocchiò fra le sue gambe, li vedevo di profilo e vidi sempre di profilo svettare il grosso cazzo di mio figlio. Fui soddisfatta di ciò che vedevo, avevo lavorato bene in tutto ma in special modo avevo lavorato ancora meglio fornendolo di tanto cazzo!! Non assomigliava affatto al pene di suo padre Vincenzo, Luca ce l’aveva parecchio più lungo e grosso, non era dritto ma incurvato verso l’alto, completamente ...