1. 120 – Maria i suoi cinque stupratori, e suo figlio…


    Data: 03/11/2017, Categorie: Etero Incesti Sesso di Gruppo Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    Così, noleggiammo una piccola barca a remi e dopo una ventina di minuti approdammo in una splendida caletta. Una bella spiaggia di sabbia bianca e finissima, buttammo gli asciugamani in terra e ci sdraiammo felici. Lui sollevò le gambe e si sfilò il costume, poi mi chiese di fare altrettanto, io mi guardai in giro e non vidi nessuno e allora mi decisi a mettermi nuda. Feci appena a tempo a posare il bikini sulla borsa e subito appresso lui mi fu sopra, mi baciò dappertutto, meticolosamente, persino sotto le ascelle depilate e sui piedi, poi mi fece girare e cominciò a leccarmi la parte dietro delle cosce, passò con la lingua fra le mie natiche, me le separò e leccò a lungo il mio buchetto anale, io sentivo dei lunghi brividi di piacere percorrermi tutto il corpo. Si sdraiò sopra di me e poi sentii il suo possente uccello scorrere nel solco delle mie chiappe, un altro movimento e la cappella fu contro il mio buchetto. Poi di brutto mi prese per i fianchi e mi fece mettere a quattro zampe e quindi me lo spinse inesorabilmente nel culo. Si era alzato quasi in piedi ora, le sue gambe divaricate sopra di me e il suo cazzo che mi sprofondava sempre più dentro il mio intestino. Io godevo come una matta, mi piaceva prenderlo in culo, mi dava la sensazione di essere ancora più troia sotto i suoi colpi forsennati.
    
    Urlavo forte lui mi ripeteva continuamente due sole parole: Prendilo troia!!! Io lo prendevo, lui sapeva inculare una donna con la giusta decisione, senza guardare se ...
    ... magari alcuni affondi erano troppo violenti, anzi quando gli dicevo di fare piano lui mi diceva che dovevo stare zitta e che dovevo prenderlo e basta! Era un maschio dominante e dominatore, mi eccitava il modo prima dolce e poi selvaggio con cui mi prendeva. Poi di colpo lo sfilò e senza dire niente me lo ficcò nella figa, mi affondava dentro tutta la sua mazza, mi gridò che mi avrebbe ficcato dentro anche le palle, che ero un a puttana e poi il suo cazzo ancora fuori dalla vagina e al volo dentro al culo, iniziò a penetrarmi in modo altalenante, un paio di penetrazioni in culo e un paio in figa, senza soste ne tentennamenti. Urlai forte quando sentii arrivare l’orgasmo, lui prese a sculacciarmi e a ripetermi ‘vieni baldracca!’ ed io ubbidii e venni come mai mi era successo. Sentii la sua cappella nello sfintere, tutto il suo cazzo dentro e poi in quella posizione si fermò a lungo e percepii le contrazioni del suo pene e il forte calore della sua sborra che mi allagava le viscere. Assieme entrammo in acqua, era caldissima, e così ci rigenerammo fisicamente in quel posto meraviglioso, che pareva essere stato creato apposta per noi. Nuotavamo un po’ al largo quando un forte riflesso mi abbagliò gli occhi, rimasi ferma a guardarmi in giro, ma non vidi niente. Pensai di essermi sbagliata e immersa in quelle calme acque vicino al mio maschio pensai a quanto ero stata fortunata a conoscere il mio amante Vincenzo. Non avevo mai amato mio marito e non mi creava particolari rimorsi il ...
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