1. Trichechi


    Data: 21/09/2017, Categorie: Prime Esperienze Autore: Abidibbi, Fonte: Annunci69

    ... una sostanza scivolosa e calda, ad entrarvi dentro con le dita, mentre lei gli mordeva l’orecchio, sorprendentemente condito con limone e un incredibile sapore di zenzero nel canale auricolare. Lui sentiva con le dita qualche granello duro, le fragole del giorno prima, pensò. “Che meraviglia, è pieno di stelle” le sussurrò, mentre lei, avvinghiata, guardava lontano una luna romantica che sorrideva delle loro innocenti trasgressioni. La mano di lui riapparve nell’ oscurità. Se la portò a naso e inalò a lungo. Poi la offrì alla bocca di lei, che inizò a baciargli le dita, come già aveva fatto nel ristorante, presto sedotta da quel forte odore di sé stessa che, per dire la verità, aveva sempre trovato gradevole. Era quello il lato interessante del suo ritmo quotidiano e altrimenti banale del gabinetto.
    
    Lei era una ex del Sacro Cuore e diceva volentieri parolacce quando si eccitava. C’era in questo modo di fare una venatura di insicurezza. Lui ci si divertiva quando andava a trovarla nella sua casa elegante. Una volta, a tarda notte, lei era sul gabinetto e lui cominciò a provocarla a voce alta:
    
    “Fica davanti e fichi di dietro. La tua merda è il tuo vero profumo.
    
    Poco dopo si sentì correre l’acqua. Lei spense la luce tornando a letto.
    
    -Mettimi ancora le dita nel culo. Mettimele ancora nel culo, nel culo, nel culo, subito. Sono tutta sporca di merda”.
    
    Lui non se lo fece ripetere e lei si inarcò per facilitargli il compito. Poco dopo la mano era di nuovo fra le ...
    ... labbra ed il naso di lei; che sognava su di essa e la respirava come se fosse una pipa d’oppio.
    
    “Adesso mangiati questa merda, poi mettimi il cazzo nel culo. Me lo metterai nel culo. E dopo io te lo prenderò in bocca. Ma prima mettimelo nel culo. Rompimi il culo. Fottimi in culo, rompimelo. Tira fuori il cazzo. Fammi vedere il cazzo. Ora ti faccio un pompino” e via così, con le sue trasgressioncelle da educanda. Scatenata, era scatenata. Ma non che ci fossero molte variazioni sul tema.
    
    Continuò per giorni a non pulirsi e a farlo fare a lui con le mani, con la lingua, con la faccia. Un odore di stalla aveva cominciato ad aleggiare nella casa, dove nessuno era invitato. Lei telefonò alla domestica peruviana dicendole di non venire e di non preoccuparsi, perché le sue ore sarebbero state comunque pagate. Andasse al mare, a divertirsi. Le dettò la spesa per il lunedì. Ventiquattro ore dopo i sessi di tutti e due avevano cominciato ad emanare un certo odore che un tempo li avrebbe spinti a lavarsi subito, ma che loro adesso spiavano col naso, eccitati all’idea che l’odore sarebbe stato sempre più forte.
    
    Lei aveva coperto il materasso con un cellophane leggero e un vecchio lenzuolo, in modo da non avere la preoccupazione del materasso. E mentre giaceva sopra a lui, ormai inebriata dalle nuove sensazioni che promettevano di non finire tanto facilmente, lo agguantò per le spalle con le unghie e mentre lo teneva fermo inizio lei a mordergli un orecchio. Poi si irrigidì e rimase ...
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