1. Incantato e abbagliato


    Data: 01/01/2019, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... masturbando sul mio grosso cazzo, prigioniero custodito dentro quei jeans. E così fu un lampo tirarlo fuori e posarglielo sulle mutandine bianche, tra le sue gambe lunghe e magre, sproporzionate forse, come quelle di un’adolescente. Fu lei credo a lasciarsi cadere sugli scalini, larghi e smussati di quell’enorme scala padronale, lei era per terra con la gonna sollevata, dal momento che si sfilò le mutandine con un gesto d’una semplicità innata e spontanea, tra l’altro malizioso e provocante come l’invito del serpente dell’eden.
    
    Io la penetrai subito come lei voleva, la deflorai al primo colpo deciso, facendola urlare appena di dolore. Un breve urlo, un colpo, quasi un sospiro e poi di nuovo il silenzio, rotto soltanto dal suo ansimare delirante. Io ne avvertivo spiccatamente il piacere mentre iniziavo a spingere in quella fessura stretta, che cedeva ogni volta che il mio cazzo infervorato entrava e l’apriva. Credo che lei venne in brevissimo tempo, con un orgasmo quasi discreto, dolce e per di più silenzioso, mentre io continuavo a scoparla. La mia cappella gonfia scivolava su e giù dentro di lei, spalancandola e indugiando, strofinando sulle pareti di quella caverna bagnata e infantile. Io le pesavo addosso sbattendola quasi in modo primitivo come un animale, per il fatto che lei venne più volte, io non riuscivo a contare i suoi orgasmi concentrato com’ero nel ...
    ... mio. Bruscamente l’inondai riempiendola tutta, tracimando dal mio membro affondato tra le sue gambe, stretto dalle piccole labbra che avevo aperto per primo, continuai ancora non soddisfatto del tutto, pompando in quel misto di liquido appiccicoso, di secrezioni amare e di sangue verginale che colava fuori grondante.
    
    Senza farci troppo caso, sporcammo le scale di sangue e quella macchia restò lì per parecchio tempo, troppo dispettosa, indisponente e scortese per la portiera miope o forse individuabile e visibile soltanto per chi sapeva dove cercarla esattamente. In seguito non successe più nulla, perché le volte successive quando l’incontrai io le dissi ‘Ciao’ e lei di rimando educatamente ‘Buongiorno’, dal momento che non parlammo mai. In conclusione mia moglie arrivò da Vienna, per portarmi la notizia che avevo infine vinto la selezione con l’annesso concorso all’estero. Per essere sincero, mi capita ancora a volte di ritornare in quella città e di tanto in tanto intravedo e percepisco in maniera netta ancora quegli occhi blu là che mi pedinano e che mi spiano per la strada.
    
    Ancora oggi, a dire il vero, mi piace immaginare ipotizzando che siano i suoi, che lei sia attualmente la mamma di due splendidi fanciulli e ogni tanto supporre salendo per quelle scale buie, che l’occhio le cada su quel gradino, forse ancora macchiato, chissà.
    
    {Idraulico anno 1999} 
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