1. Questa sera mi chiamo Giulia - 9


    Data: 28/12/2018, Categorie: Etero Autore: Browserfast, Fonte: EroticiRacconti

    THC.
    
    Saranno le quattro o giù di lì, sto uscendo dalla mia fase down. Mi sarò anche addormentata un quarto d’ora, credo. Nel salone c’è ancora musica, c’è ancora qualcuno che balla. Poca roba, però. Non come quando io e Davide siamo rientrati mano nella mano, lui con la bocca che sapeva di fumo, io con la bocca che oltre che di fumo sapeva del suo sperma.
    
    Abbiamo ballato, bevuto. Ci siamo lasciati e poi ripresi. Abbiamo bevuto ancora. Ho avuto modo di incrociare Lapo e Bambi per un attimo, il tempo di salutare Trilli che se ne andava in compagnia del manzo che aveva conosciuto qualche ora prima e che Lapo, non so se per classica invidia maschile o cosa, aveva definito “manichino di Decathlon”. Definizione in verità azzeccatissima.
    
    Ho anche ballato un po’ con Serena, giusto per aiutarla a sganciarsi dall’attaccapanni, ovvero il tipo assurdo con il quale ha condiviso la caccia al tesoro e che, è sin troppo evidente, stanotte ha deciso di darle il pilotto. Me ne sono tornata a cercare Davide solo quando ho visto che Serena stava cominciando ad appiccicarsi ad un tizio che ballava vicino a noi. Non esattamente Kit Harington, ma sempre meglio dell’attaccapanni.
    
    Tutto ciò è andato avanti per non saprei dire quanto. Finché comunque, sfiniti dal ballo e dall’alcol – e con addosso anche una certa voglia di riprendere a limonare – non siamo precipitati sul divano sul quale siamo seduti adesso.
    
    E sopra il quale, peraltro, offriamo anche uno spettacolo vagamente osceno, ...
    ... perché il braccio sotto il quale sono incastrata precipita sul mio petto e la sua mano è visibilmente infilata nella scollatura della mia camicetta. In pratica, mi sta toccando una tetta di fronte a tutti. O meglio, la avvolge. Del resto non è che ci voglia poi molto. La avvolge ma non la muove. Non so nemmeno se abbia cominciato a farlo mentre ci baciavamo o mentre parlavamo fitto fitto, non me lo ricordo. Forse l’ha fatto mentre dormivo. So solo che mi viene da ridere, adesso, a ripensare a quando eravamo nella sua macchina. Mi verrebbe da dirgli “ma scusa, indugiavi tanto su quella scollatura, non mi hai toccata nemmeno mentre te lo succhiavo, e adesso mi tieni una tetta in mano qui davanti a tutti?”.
    
    Il bello è che non me ne frega un cazzo dell’immagine che stiamo offrendo. E nemmeno agli altri. I freni inibitori devono essere belli che caduti. I miei, i suoi, quelli di tutti.
    
    E se proprio devo confessarvelo, non sono nemmeno eccitata. Sarà il torpore dal quale mi sto risvegliando, ma non sono eccitata. E’ come se considerassi normale che Davide si sia impossessato del mio seno. Semmai, sono gli sguardi di quelli che ci osservano a darmi qualcosa. E non solo quelli delle ragazze e dei ragazzi più vicini a noi, perfetti sconosciuti. Ma anche quelli di Serena e di Lapo. Serena se ne sta stravaccata su una poltrona tre o quattro metri più in là e parla con l’attaccapanni. Per meglio dire, lui parla e lei quasi sbuffa e si guarda intorno. Intercetto la sua espressione un ...
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