1. Il club - capitolo III - Collana La Ragazza di Campagna Vol. III


    Data: 01/11/2017, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Koss, Fonte: EroticiRacconti

    ... doveva seguire la strada fino al paese indicato e da lì prendere la stradina che le avrebbe condotto alla villa. Davanti non passò nessuno. Rosa guidò mentre da dietro si sentivano gemiti e gridolini. Nonostante le tendine tirate Rosa poteva vedere qualcosa.
    
    Due gambe lunghe e nervose svettavano in alto toccando il tetto della Volvo ed in mezzo a loro era china Silvana. Rosa nello specchietto retrovisore ne vedeva il culo e le spalle, ma non era difficile immaginare cosa stesse facendo. Su un lato poteva vedere le spalle di Paola, chinata dove doveva trovarsi il seno della sua padrona, anche per lei non era difficile immaginare quale fosse la sua attività. Arrivate alla villa, la padrona, sempre più tenebrosa, si chiuse in camera con Paola per riemergerne solo al mattino dopo per la sua prima scarpinata, il suo umore non sembrava migliorato. Chi sa perché è così incazzata pensava Rosa preoccupata. Mentre Rosa ricordava le vicende del giorno prima arrivarono in una radura fresca ed ombreggiata da grandi alberi, vicino scorreva un torrente dall’acqua limpida e gelida. Amalia si sedette su un grosso masso e tirò il fiato. Rosa rimase in piedi in attesa di ordini. La padrona tamponò il sudore che le colava dalla fronte con un fazzoletto e quando si fu ripresa fece cenno a Rosa di avvicinarsi. - Apri quel sacco e stendi la coperta per terra. Poi spogliati. – Se non altro era un ordine e Rosa obbedì, ma la sua esperienza le diceva che non si preparava nulla di buono. Il luogo ...
    ... era riparato e lontano dal sentiero, su cui per altro non avevano incontrato nessuno. Rosa fu nuda, era piacevole, c’era solo il rischio di spiacevoli scottature, ma si trovavano nella penombra e quindi non correva grossi rischi. Amalia aveva gli occhi socchiusi, ma la guardava e la valutava, l’aveva già vista nuda, ma non erano mai state sole. Poi sollevò il piede verso la schiava e Rosa capì che voleva farsi levare gli stivali. S’inginocchiò ai suoi piedi e sfilò il primo, levò anche il calzettone. Era un bel piede, dita lunghe e graziose, smaltate di viola, il colore degli occhi della padrona, il collo del piede era elegante ed arcuato. Rosa ben educata ne massaggiò la pianta ed il collo, fletté ed allargò le dita, la padrona lo trovò gradevole e per la prima volta le sorrise. Rosa sperò che le cose potessero andare meglio di come aveva previsto, ma la sua esperienza le imponeva di non illudersi. Depositò il piede della padrona sulla coperta e fece per prendere l’altro, questa volta Amalia non apprezzò, sollevò il primo e lo poggiò sulle tette favolose della schiava. Il piede ci affondò deliziosamente mentre le dita si piegarono e le unghie penetrarono nelle morbide carni della schiava. Rosa capì di aver fatto un errore. Ci rimediò subito ritornando delicatamente a massaggiarlo ed a baciarlo. Rosa se lo portò alla bocca, lo baciò sul calcagno e la sua lingua esplorò gli interstizi tra le dita. Nonostante la padrona avesse camminato tanto ed il piede fosse caldo ed arrossato, ...
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