1. Una piccola verità su cuck e bull (la moglie del capo)


    Data: 14/12/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: single80fe, Fonte: Annunci69

    Troppi bull pensano che il cuckold sia semplicemente un cornuto. Sottovalutano la potenza del pensiero nella sessualità, la forza della mente sugli orgasmi.
    
    Da parte mia, la vedo da fuori. Single inveterato, dal corpo diverso rispetto ai toy boy solitamente usate nelle coppie. Mentale, anche da singolo.
    
    Per chi è come me, la ricerca di persone consapevoli e vogliose di giocare è spesso estenuante. La ricerca standard: alto, glabro, magro e muscolo, superdotato. Da far impallidire il dibattito sul corpo delle donne.
    
    Ma sul desiderio è ingiusto sindacare: ognuno cerca quello che vuole.
    
    La mia seconda esperienza da bull, della prima parlerò in un altro momento, è cominciata fuori da internet e dai siti.
    
    Il mio capo doveva parlarmi di un nuovo progetto, entusiasmante lo aveva definito in ufficio. Mi invitò a cena, in un bellissimo ristorante del centro cittadino.
    
    Amo mangiare bene, e bere meglio. Pensavo sarebbe stata una normale cena di lavoro.
    
    Arrivo puntuale, come mia abitudine. Ma lui è già lì. Accompagnato.
    
    Siamo entrambi ben vestiti, eleganti, si potrebbe dire: io un tocco più casual, retaggio di gioventù: lui è un 55enne affermato, io un 35enne brillante. Non è certo la sua cravatta a colpirmi, però; mi colpisce chi lo accompagna.
    
    Non ho mai incontrato sua moglie, e in quel particolare momento non so se sia lei. Ma al suo fianco c’è una donna, bella, intorno ai 40.
    
    Vestita con un tubino nero, gambe accavallate, decoltè nera, fine. Non posso ...
    ... fare a meno di notare il tacco vertiginoso, affilato. Trucco leggero, capelli raccolti, di un biondo castano che sarebbe anonimo non risaltasse sulla carnagione scura da abbronzatura.
    
    - Mi sono fatto accomaginare da mia moglie, si lamenta che lavoro sempre senza di lei - dice lui
    
    - La moglie, penso io.
    
    Mangiamo il pre-antipasto con un vino bianco piemontese ottimo, mentre inizia la conversazione sul lavoro. Mi loda, lui, quasi mi seduce. E’ diversivo dal solito, più espansivo, mi fa ripetuti complimenti davanti a lei, che scopro chiamarsi Elena (un pensiero si affaccia alla mia mente: non mi sono mai scopato una Elena. Non pensarci nemmeno, dice il mio cervello: non fare casini con il lavoro).
    
    Elena era (ed è, per quanto ne so) raffinata, ma allo stesso tempo le movenze tradivano una sensualità appena nascosta, ma evidente ad occhi come i miei.
    
    - E bravo il mio capo, pensavo, ama vivere bene: buon cibo, ottimo vino, belle donne.
    
    Ero vagamente distratto da lei, lo ammetto, mentre lui continuava a parlare di lavoro.
    
    Lo sapete, lo avrete capito: stiamo per arrivare al punto di non ritorno. Perché la svolta c’è, improvvisa, quando lui si alza per andare in bagno (sia coca o regolare funzione fisica, onestamente non so).
    
    Mentre lui è in bagno lei mi guarda fisso negli occhi. Intensamente. Lo sguardo è cambiato.
    
    Ho sempre avuto una mente abbastanza veloce per capire le situazioni. Ma in questo caso mi ripetevo che viaggiava troppo rapidamente.
    
    Pensavo ...
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