1. Jane, nera amica


    Data: 13/12/2018, Categorie: Tradimenti Autore: Arzacchio, Fonte: Annunci69

    L’invito era chiaro: “per favore mi vieni a fare qualche fotografia alla sfilata?” la mia amica Jane, africana, era stata una modella una decina di anni prima, ed ora senza guadagnarci un euro si offre per sfilate di stilisti africani durante manifestazioni a sfondo etnico. Una festa per le donne africane, mostrare la loro bellezza in abiti disegnati per loro, per le loro forme, i loro colori. Un momento di pura africanità nella nostra città ormai multietnica. Ci vado volentieri. Mi piace Jane ed il suo corpo che sembra quello di una ventenne, magro con seni aguzzi ed un grande sedere, sporgente, fantastico da seguire con gli occhi, quando cammina. I suoi grandi occhi felini, un po’ a mandorla, sul naso schiacciato quel tanto che basta per darle quell’aria selvaggia, sopra due labbra grandi, carnose, che avevo potuto sfiorare alcune volte salutandola, e delle quali fissavo i movimenti mentre parlava con suo accento inglese.
    
    La serata passa veloce, scatto foto quando passa con movenze da professionista, lo sguardo ammiccante, il passo dritto ed il portamento severo ed invitante. Al cocktail beve forse più del normale, ma per lei è un’abitudine. Ride con il suo modo di fare alla mano. A volte fragorosa, ti riempie il cuore di vivacità e vorresti sempre farla divertire, raccontarle storielle per vedere il suo viso contento. Mi guarda con occhi ai quali non puoi dire di no mentre mi chiede “perché non andiamo a casa tua così mi fai altre foto con questo bel vestito?”. Le ...
    ... hanno lasciato uno di quegli abiti con colori vari, forti, rossi e marroni e gialli e verdi, che ti fanno venir voglia di andare in Africa e confonderti con tutta l’umanità, e divertirti con gli occhi. In testa, sulle decine di treccine che terminano ognuna con una piccola conchiglia bianca, ha una specie di turbante della stessa stoffa e colori del vestito.
    
    Oltre la piccola scollatura si intravedono i neri capezzoli, grandi e sporgenti.
    
    “Perché no? Ho giusto delle birre in frigo che aspettano di essere bevute!”. So che le piacciono le birre.
    
    Voliamo via sulla moto. Lei con le cosce in mostra fuori dello spacco, con gli automobilisti che si vedeva chiaramente ne erano distratti, mi stringeva al punto che sulla mia schiena sentivo i suoi seni, ed il suoi risolini alle mie battute.
    
    Arriviamo a casa e ci sistemiamo in salotto. Le birre vengono stappate e versate in grandi bicchieri. Non ci vuole poi molto a berle ridendo, con un sottofondo di musica del sud del mondo, a basso volume. “Cominciamo allora?” Prendo un paio di faretti e li punto su di un angolo con qualche bel quadro, dove contrastare i colori del suo vestito. Si allunga sul muro, come se volesse arrampicarsi. Le scatto decine di foto intere e di primi piani. Ha uno sguardo intenso, morbido, eccitante. Il vestito non è più stretto in vita. Sembra ora più largo, così da mostrare di più dei suoi seni. Con mosse che vedo solo sulle riviste patinate, si alza la gonna con una mano, e le sue gambe lunghe e lucide, ...
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