1. Prometeo – Polìpete


    Data: 09/12/2018, Categorie: Etero Sesso di Gruppo Autore: Ippolito, Fonte: RaccontiMilu

    Si svegliò sudata ed in preda al panico. Aveva cercato di muoversi, al buio, ma si era accorta di essere legata mani e piedi. Non capiva come e perché fosse finita in una situazione simile. Poi, d’improvviso, una luce si accese, accecante, nella sua mente e lei ricordò tutto. Ed urlò.
    
    Come se il suo grido avesse risvegliato delle forze latenti, una porta davanti a lei si aprì d’un colpo, sbattendo sulla parete con un rumore assordante. Era un riquadro luminoso, ritagliato nel buio della stanza. Ora sapeva di giacere su di un letto al quale era legata con fasce di seta azzurra che le tenevano avvinti i polsi e le caviglie, costringendola in una posizione di totale apertura del corpo. I suoi bei seni si ergevano sul torace, fermi come piccole colline. Il declivio dolce dello stomaco scivolava sino all’ombelico, proseguiva verso il pube, risaliva sul Monte di Venere in prominente attesa, per poi scivolare nel piccolo bosco perdendosi, infine, nelle due grotte umide ed esposte senza pudore. Non solo le caviglie, sentiva avvinte, ma anche le ginocchia, con un sapiente gioco di legami e di nodi che la tenevano spalancata, esibendo la rosea vulva e lo scuro pertugio posto sotto di essa, in un’offerta lasciva ma meravigliosa. In qualche modo, il giaciglio morbido sul quale ella era distesa si sollevava all’altezza dei fianchi, in modo da tenerle il bacino alzato, quasi in un’offerta senza limiti.
    
    Sapeva di essere vergine. E che quella sua condizione stava per avere fine, ...
    ... ineluttabilmente. Senza fine.
    
    La paura giunse al parossismo. Ora sapeva cosa sarebbe successo ed il solo pensiero la terrorizzava oltre ogni limite. Tutto ciò che la circondava era assolutamente immobile, senza che un solo rumore turbasse quella situazione di totale quiete.
    
    Poi un suono strano ma ormai spaventosamente familiare colpì il suo udito, esasperato dall’attesa come, d’altra parte, tutti gli altri sensi. E d’improvviso, sulla soglia si stagliò una figura: “quella”, figura che lei conosceva sin troppo bene e la cui sola vista aveva il potere di sprofondarla in un nero abisso di terrore e di disperazione. La forma era quasi tutta umana, anche se superdimensionata. Non era umana la testa, enorme e sormontata, ai lati, da due corna che la incorniciavano dandole l’aspetto di un gigantesco, orrendo caprone. Il corpo appariva splendido ed i muscoli, stupendamente scolpiti. E tra le gambe si ergeva un membro di dimensioni terrificanti. Era lungo circa quanto un suo braccio e grosso quanto due teste di neonato. La ragazza urlò ancora, mentre il suo cervello smetteva di pensare, sommerso da un’ondata rossa di paura.
    
    Il mostro si avvicinò lentamente a lei, mentre l’urlo di terrore diventava continuo, ininterrotto. Sapeva che non sarebbe morta, suo malgrado, perché lei
    
    NON POTEVA MORIRE
    
    . Il letto si curvò sotto l’enorme peso. Il viso animalesco si accostò al suo e quel pene di dimensioni inconcepibili si avvicinò al suo pube. Esitò un attimo, come combattuto tra due ...
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