1. Senza Rete


    Data: 31/10/2017, Categorie: Sensazioni Autore: Caliban, Fonte: RaccontiMilu

    ... Da allora Orrore e Fetore venivano praticamente ogni notte.
    
    E con le mani amore, per le mani ti prenderò
    
    e senza dire parole nel mio cuore ti porterò…
    
    e non avrò paura se non sarò come bella come dici tu
    
    ma voleremo in cielo in carne ed ossa, non torneremo più…
    
    Un tempo aveva adorato il sesso. Perdersi nella sensuale carnalità, coinvolgere ogni senso nella continua scoperta di se attraverso occhi, mani, bocca e corpo di chi le faceva scattare una scintilla di rivelazione. Aveva sempre pensato che facendone un peccato il Cristianesimo avesse fatto molto per il sesso.
    
    Ogni tanto frammenti dei loro ultimi incontri le balzavano agli occhi, come flash di inusitata potenza, ma non riusciva mai a trattenerli a lungo, evaporavano rapidi come bolle di champagne lungo il calice di cristallo di un flute.
    
    Era lui che le aveva fatto scoprire innumerevoli canzoni e autori, nuova musica, nuovi pensieri ad aggiungersi al rock, metal, hip hop che avevano sempre scandito i suoi ritmi. Le aveva spalancato ampie porte verso nuovi mondi, prima appena intravisti. Nuovi suoni, odori, sapori che almeno per un po’ avevano alleviato la rapida discesa nell’autodistruzione.
    
    Non criticava mai, non pretendeva di insegnare altro che il piacere della vita e mostrare se stesso, intimamente. Era penetrato in modo quasi insondabile tra le pieghe dei suoi pensieri, passioni e segreti desideri. Aveva navigato sulle onde della sua apparente follia, della sua sregolatezza come un ...
    ... leviatano immutabile. Era stato il suo Moby Dick, mentre lei come un’Achab impazzita lo aveva prima scoperto, poi stuzzicato, desiderato, inseguito, affascinato arpionato e forse infine ferito mortalmente.
    
    Ricordava le sensazioni, le sue labbra su di se, la sua lingua, che adorava solleticarla ovunque, con una costanza e intensità che la lasciava sempre attonita, e il suo modo infinito, famelico e insieme goloso di amarla continuamente, come se non potesse mai saziare totalmente la sua sete di lei. Invece il volto, la voce erano ormai avvolti nella nebbia del caos che turbinava nei suoi pensieri. Eppure non era passato nemmeno un anno.
    
    Quando la donna cannone d’oro e d’argento diventerà,
    
    senza passare dalla stazione l’ultimo treno prenderà.
    
    Come ogni notte giunse infine l’alba. I primi raggi del sole si insinuarono attraverso il vetro smerigliato del l’alta finestrella, iniziando ad accarezzarle la mano destra. Risalirono poi lenti lungo il braccio fino a baciarle il volto diafano, le sottili labbra rosa, gli occhi verdi e i lunghi neri capelli sparsi sul cuscino bianco come schizzi d’inchiostro di un folle artista.
    
    Ogni giorno aveva una sua consolidata routine, il medico, l’eventuale flebo, la costringevano come sempre a mangiare con minacce o blandizie, le pastiglie e finalmente un paio d’ore nel giardino, controllata a vista. Almeno poteva sedersi sotto la grande quercia e assaporare il profumo della primavera.
    
    Come sempre Cucù si sarebbe avvicinato, timido, ...