1. Un metro 18 - Come si dice “asciugarmi” in olandese?


    Data: 18/11/2018, Categorie: Masturbazione Autore: Browserfast, Fonte: EroticiRacconti

    ... esposta, con la vagina aperta che gronda sperma e umori. Leccarla, asciugarla, portare tutto quel cremoso ben di dio un po’ più su, sul buchino, e infilarglielo dentro con la lingua dopo averle detto “adesso ti faccio una cosa che a me fa impazzire”. E sapere che quei due che fino a un attimo prima ci hanno usate come delle troie ci guardano. Sentire addosso i loro sguardi febbrili, ascoltarli mentre ci dicono quanto siamo troie. E poi vorrei essere finalmente sua e dirglielo, dirle fammi il cazzo che ti pare, Debbie, sono pronta a tutto.
    
    “Dimmi cosa devo fare, Debbie. Dammi un ordine e lo faccio, te lo giuro… Fammi fare qualcosa di depravato… fammi essere puttana per te”.
    
    Ecco fatto, l’ho scritto e l’ho inviato. Forse era quello che non riusciva ad uscire in tutti questi giorni, in tutte queste volte che ho pensato a lei. Ora attendo solo la risposta.
    
    “Hai qualcosa da metterti dentro?”. La sua risposta è un’altra domanda. Ma cazzo, vi assicuro che è una di quelle domande che ti fanno aprire un’altra volta il rubinetto, anche se non so bene cosa si aspetti.
    
    “Boh, credo di sì. A cosa pensi?”.
    
    “Non penso a una cosa qualunque, penso a un giocattolino. Ne hai? Li usi?”.
    
    “No”. La prima cosa che scrivo è no. Poi sento letteralmente uno strattone. Come se qualcuno mi avesse tirata per i capelli, ma è ovvio che è tutto dentro la mia testa, perché nella stanza con me non c’è nessuno. Sì, ce l’ho. E’ quella specie di oggetto diabolico che mi ha lasciato Giancarlo ...
    ... dopo essercisi divertito per una sera intera al tavolo di un ristorante e anche dopo.
    
    “Sì”, rispondo. Anzi, “sì ce l’ho”.
    
    “Cosa è?”, scrive Debbie.
    
    “Una specie di ovetto vibrante che si controlla con una app”.
    
    “Ti piace il divertimento tecnologico, Sletje”.
    
    “Non l’ho comprato io, me l’ha regalato un amico!”.
    
    “Un amico?”.
    
    “Sì”.
    
    “Uno che ti scopa, immagino”.
    
    “No”.
    
    “E dai… non fare la santa, Sletje”.
    
    “Giuro” E’ troppo lungo da spiegare. E’ uno più grande, non sono mai stata scopata da lui”.
    
    “Più grande quanto?”.
    
    “Intorno ai quaranta, penso, non so di preciso”.
    
    “Sei una continua sorpresa, Sletje! Ti fa giocare con queste cose e non ti scopa? Conosci gente strana!”.
    
    “Sì, forse”.
    
    “Comunque prendi quel giochino”.
    
    Protesto dicendo che per farlo funzionare serve un’app e io non ce l’ho, ma intanto cerco già le chiavi del cassetto della mia scrivania. Mi arriva la risposta a stretto giro, la più ovvia, la più meritata: “Scaricala Sletje, non fare la cretina”. Ho un brivido più forte di tutti quelli che l’hanno preceduto. Vorrei supplicarla di continuare, di insultarmi, di dirmi che sono una nullità. Ma non lo faccio, mi vergogno, non so come la prenderebbe. Cerco l’app e la scarico. Con l’ovetto in una mano e il telefono nell’altra le scrivo di dirmi cosa devo fare. Debbie mi risponde “per prima cosa infilalo, poi dimmi quando hai finito di scaricare l’app”.
    
    Eseguo. Scosto l’elastico della tuta e degli slip e me lo metto dentro. Sono ...
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