1. Castelli di sabbia


    Data: 17/11/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: ScrittoreErotico, Fonte: Annunci69

    ... bestiale, che mai nella vita aveva sentito, che mai in tutta la sua esistenza aveva provato.
    
    E poi, e poi sentì la pace, la leggerezza, il nirvana, sentiva il suo corpo per la prima volta appagato e felice. Sentiva sorrisi, canti celestiali, sentiva il cielo e il mare. Sentiva l’amore, la passione e la voglia di vivere.
    
    E quella ragazza non smise, non smise di darle piacere. Sandra sentì le gambe divaricate, senti il fiato di quella ragazza arrivarle sulla fica. Sentì la sua bocca vellicarle la fica, sentì la sua lingua leccare, sentì la sua bocca vorace inghiottire i suoi umori. Senti ancora calore, ancora del fuoco, e ancora orgasmo, orgasmo squassante. Non riusciva a fermarsi, non riusciva, non voleva, non voleva assolutamente. E continuò a godere in preda ad orgasmi mentre quella ragazza la faceva completamente sua, possedendola dove mai nessuno era arrivato.
    
    Sandra quando si ridestò aprendo lentamente gli occhi non capì quanto tempo era passato, ma si ritrovò stesa sul lettino in un lago di umori a cercare con lo sguardo la ragazza. Ma si ritrovò sola, in quella piccola stanza. Si giro, si rigirò ma lei non c’era più. La donna si alzò a fatica dal lettino, barcollava, si sentiva come fosse uscita da un coma lunghissimo, dove il tempo si era fermato. Riuscì ad alzarsi e lentamente, molto lentamente, raccolti i suoi panni, si rivestì. E lentamente percorse il corridoio arrivando alla reception dove una donna più o meno della sua età era presa dietro il bancone a ...
    ... rispondere al telefono. Aspettò girandosi ancora intorno per cercare Noemi, ma invano. Attese che donna finisse di parlare a telefono e pagò la sua seduta, prendendo appuntamento per la settimana successiva. Avrebbe voluto chiedere della massaggiatrice, ma ebbe vergogna, fu presa da una sensazione di pudore. E allora varcò l’uscita e andò via, via verso casa, camminando lentamente, e ogni tanto fermandosi con lo sguardo gettato nel vuoto.
    
    Ed è così che trascorse la maggior parte della settimana: sguardo perso, movimenti lenti, occhi annebbiati. Passò tante ora nel letto, sotto alle lenzuola. Passò tante ora seduta in poltrona a fissare la televisione, ma in realtà a fissare il nulla. Lei era consapevole di essersi persa, ma non poteva farci niente. La ragazza, la massaggiatrice, Noemi, era nei suoi pensieri, era nei suoi gesti, era nella sua anima, era nel suo cuore, e nulla poteva fare per fermare tutto questo.
    
    A casa, con il marito, con i suoi figli cercò di fingere, di dissimulare, ma invano. Il marito a letto ogni sera, per l’intera settimana, gli chiese cosa era successo perché era così distratta, perché non rispondeva alle sue domande, ma lei nulla, accampava mal di testa, mal di pancia, ma sapeva che erano tutte delle maledette stronzate.
    
    Un paio di volte, come un automa si ritrovò a passare davanti il centro massaggi sperando di incrociare la ragazza, ma nulla. Più di una volta telefonò al centro massaggi sperando che rispondesse Noemi, ma invano. E allora ...