1. Divina


    Data: 16/11/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: giessestory, Fonte: xHamster

    ... chiave, poi sedette su un sofà, accavallando le gambe.
    
    - Da questo momento in poi tu sei una cosa mia, non una persona: non hai mente, sei solo un corpo. Sarò io a pensare per te e a dirti cosa devi fare. Se non obbedisci, sarai punita! Se non comprendi un ordine, sarai punita... da questo momento in poi mi chiamerai Maestro. Tutto qui! Hai capito? –
    
    Per dignità personale cercai di obiettare qualcosa, lui si alzò e con un calcio in un fianco mi fece ruzzolare per tutta la stanza spezzandomi il fiato.
    
    - Se non comprendi... sarai punita! – si limitò a ripetere senza emozione - E adesso spogliati completamente, palla di sego! - Lentamente, piangendo in silenzio, mi alzai da terra, mi ricomposi e iniziai a spogliarmi, tolsi le calze e pure le scarpe.
    
    Nuda, in mezzo alla stanza, non mi preoccupavo della mia indecenza, mi vergognavo e speravo che il mio corpo grassoccio non offendesse quell’uomo, che sentivo essere diventato il mio padrone.
    
    Il desiderio di obbedire fu così immediato da lasciarmi per sempre sbigottita.
    
    Ero stata una donna volitiva e forte, molto caparbia, e adesso? Nelle sue mani non ero più nulla. Ma lo accettai, senza opporre nessuna resistenza. Mai avevo sentito un tale senso di appartenenza in vita mia.
    
    5
    
    Nel mio appartamento c'era un grande bagno, per fortuna.
    
    Ricordo le pareti di mattonelle sempre bagnate, ricordo lui sempre sudato a causa del calore e del vapore che vi si respirava.
    
    Tutta la giornata ero quasi sempre nuda ...
    ... oppure indossavo solo la vestaglia ma senza intimo: all'inizio mi sembrò sconcertante, poi mi piacque, mi sentivo libera, spogliata anche dai miei tabù.
    
    Non mi capacitavo come il mio vecchio marito non s’insospettisse ma dopo le prime settimane non m'importava, anzi.
    
    Makis, o chi diavolo fosse, oltre a impormi la sua disciplina e le sue oltraggiose “operazioni” mi prendeva rapidamente, in tutti i modi anche cinque, sei volte in giorno, come un a****le veloce e aggressivo.
    
    Ci accoppiavamo, per lo più in piedi, mentre lui non prendeva mai nessuna precauzione: sento ancora la sensazione gelida del suo seme deposto e abbandonato nei mie orifizi.
    
    Non ho mai provato niente per lui se non un senso di profonda prostrazione, la certezza che ero una sua 'cosa' senz’ombra di dubbio.
    
    Mi lasciavo usare come fosse un destino ineluttabile, come fosse un dovere a cui non potevo sottrarmi.
    
    Non godevo mai con lui, mai. E nemmeno lui con me, credo. Non mi guardava, non si curava di me, non provava nulla se non il desiderio impellente di venire.
    
    Alcune volte, ero sul tavolo, di schiena con le gambe spalancate, alloro lo vedeva di faccia. Guardava nel vuoto e non ansimava neppure quando scaricava. Solo qualche grugnito, durante le possenti spinte finali... poi usciva subito, abbandonandomi a me stessa, senza ma i dimostrare un minimo di tenerezza.
    
    Anche la vergogna iniziale passò... le prime volte che mi costrinse a ricevere il clistere morivo di vergogna, ma poi mi abituai. ...