1. Jole, io e gli altri.


    Data: 21/09/2017, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Zindo, Fonte: Annunci69

    ... quando Jole disse ad Osvaldo:-E stai un po fermo con queste mani, non vedi che l'amico tuo qui di fianco non trova spazio per intrufolarsi, lascia palpare un poco pure lui. (Lui ero io).
    
    A farla breve fummo invitati da Jole a salire da lei quando arrivammo sotto casa sua. ”Almeno per una birretta in compagnia” aveva detto ed Osvaldo di rimando: -"Perché due spaghetti aglio, olio e peperoncino non ce li faresti?"
    
    "Al burro te li faccio a te gli spaghetti, che il peperoncino mi pare che proprio non ne hai bisogno."
    
    Così avevamo rimediato anche una cenetta. Davvero a casa di Jole facemmo una spaghettata.
    
    Aveva quasi trent'anni Jole, sposata da nove, ma se si fosse contato solo il tempo di reale convivenza, secondo la sua versione, non avrebbe ancora accumulato un anno. Suo marito infatti era uno dei tanti emigrati che tornava a casa per circa un mese una volta l'anno, quindi, conti alla mano in nove anni solo nove mesi, anche sbagliando conteggi un poco di più ma pur sempre meno di un anno. Non aveva avuto figli.
    
    Disse ridendo che i figli non si concepiscono con le lettere ricevute dal marito.
    
    Parlando, parlando diceva a ciascuno di noi dove prendere la tovaglia, i piatti, le posate e ci fece apparecchiare la tavola mentre lei davvero ci preparò una cenetta; spaghetti aglio, olio e peperoncino, come chiesto da Osvaldo. Costui fu l'unico a non far alcun lavoro per dedicarsi alla cosa più importante: tenere sempre più vive le voglie di Jole, con gesti e ...
    ... parole.
    
    Toccate e complimenti a iosa ma anche provocazioni verbali, del genere: “Dai che questa sera ti puoi rifare di tante astinenze, siamo qui, quattro torelli tutti per te”.
    
    Oppure “Guarda che il ragazzino (che sarei stato io) lavora in un ristorante (non era manco una vera trattoria la nostra) e sa cuocerli gli spaghetti, lascia fare a lui e vieni a sfamare un po il tuo appetito d'altro genere con me.”
    
    E ancora: “Dicci la verità, quante corna porta tuo marito?”.
    
    Domanda infelice secondo il mio modo di pensare. Invece ero proprio io quello non in sintonia con gli altri. Jole proprio rispondendo a quella domanda smise di fare la finta “costretta dalle circostanze ad essere riconoscente con chi le aveva dato un passaggio” mostrandosi per la gran troia che era. Disse: "Non credo che lui non ne metta a me, anzi lassù dove sta lui le femmine sono più libere che da noi. Me lo ha detto mio marito, che quelle lassù fanno cose inimmaginabili. Quel zozzone quando torna vuole fare le stesse cose strane con me. Mi fa fare cose pazzesche, poi se ne va via e...secondo lui io dovrei vivere di ricordi per un anno."
    
    Allora un poco tutti diventammo curiosi, ma furono soprattutto Osvaldo ed Enrico. I più grandi e smaliziati, a farle domande precise. Per esempio: "Che ti fa fare? Dici che ti fa fare?"
    
    -Oh sapessi! Quello ne sa una più del diavolo
    
    -Te lo mette anche dietro per caso?
    
    -Quello l'ha sempre fatto, pure da fidanzati. Per rispettare la mia verginità, si accontentava ...
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