1. Jole, io e gli altri.


    Data: 21/09/2017, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Zindo, Fonte: Annunci69

    Anche se non è facile crederci, questa è una storia che ha molto di vero e non è affatto ambientata- come si potrebbe pensare- in tempi molto remoti.
    
    Io avevo sui diciotto anni, perciò facendo un semplice calcolo, risale a....beh sì, ad abbastanza anni fa.
    
    A farla sembrare più antica (e forse anche poco credibile) non è solo la rapida evoluzione della mentalità collettiva ma anche l'ambiente dove la storia avvenne: un paesino di montagna oggi ridotto a qualche decina di abitanti tutti anziani.
    
    Allora contava circa duecento abitanti di tutte le fasce di età.
    
    Di maschi giovani però eravamo solo in quattro, anzi dovrei dire erano in quattro, poi Gildo è partito per il servizio militare ed io, neo diciottenne venni tacitamente annoverato tra i giovani, quasi prendendo il suo posto. In effetti , con la partenza di Gildo, divenni il quarto componente la compagnia che almeno il sabato sera ma, in periodi di bella stagione, anche nel corso della settimana, partiva dal paesello con la macchina di Osvaldo.
    
    Osvaldo era il più grande di tutti con i suoi quasi venticinque anni; era figlio del più ricco del paese, un negoziante. Era anche il più brillante di tutti, forse perché vestiva meglio degli altri ed aveva studiato fino a conseguire il diploma di ragioniere prima di mettersi a lavorare con il padre.
    
    In ordine decrescente d'età, seguiva Enrico, ventitré anni, meccanico e saldatore, e Domenico detto Mimmo, vent'anni riformato al servizio di leva per “deficienza ...
    ... toracica”, cioè per la sproporzione tra la sua eccessiva magrezza e la sua esagerata altezza. Mimmo era pittore in tutti i sensi: faceva l'imbianchino, pitturava ringhiere ed infissi e dipingeva soggetti astratti su cartoni telati.
    
    Infine io, diciotto anni, ragazzo tutto fare nell'unico bar- tabacchi- trattoria del paese, gestito da mia madre, mentre mio padre lavorava in una fabbrica di mobili metallici al nord, nei pressi di Milano e veniva a casa a Natale, Pasqua e ferragosto.
    
    In paese c'erano anche delle signorinelle, ma in un piccolo paesino dove non solo ci si conosce tutti ma si è anche in qualche modo imparentati, anche se lontanamente, le ragazze andavano rispettate e protette come fossero sorelle, a meno che non si avevano serie intenzioni di sposarle e ci si fidanzava con uno di loro.
    
    Nessuno di noi quattro aveva queste intenzioni, perciò nessuno di noi osava rivolgere pensieri erotici sulle ragazze locali. Su qualche moglie giovane o giovanile, col marito emigrato all'estero (quasi tutti in Germania) o al nord (prevalentemente a Milano) si mettevano gli occhi e secondo me sia Osvaldo che Enrico, con qualcuna , hanno fatto anche di più che guardarle.
    
    Con questo ambiente era inevitabile, per noi giovanotti, evadere per divertirci e, come ho accennato lo facevamo almeno una volta alla settimana, di sabato, con la macchina di Osvaldo, ripartendo le spese della benzina.
    
    Di solito si andava fino alla più importante cittadina della zona, ad una quarantina di ...
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